Si è svolta questa mattina, mercoledì 28 settembre, al Laboratorio Aperto Rimini Tiberio, la conferenza stampa di presentazione del volume “Dare un nome al Dolore” (a cura di William Raffaeli e Antonella Chiadini), dedicato ai trent’anni di storia della Fondazione ISAL, nata nel 1993 come Istituto di Ricerca e Formazione in Scienze Algologiche con lo scopo di promuovere sia la ricerca e formazione medica sul dolore cronico, sia dare un sostegno alle persone che ne sono affette. Sono circa 13 milioni in Italia le persone che soffrono di dolore cronico: una condizione che non solo genera una sofferenza quotidiana, ma altresì induce nel 26 % circa delle persone un allontanamento dal mondo del lavoro. Alla conferenza hanno preso parte Kristian Gianfreda (Assessore alla protezione sociale e politiche per la salute di Rimini), Alice Parma (Sindaca di Santarcangelo di Romagna e Vice Presidente della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria), William Raffaeli (Presidente della Fondazione ISAL), Franco Mandolesi (Vice Presidente Ordine dei Medici e Chirurghi di Rimini). Era, inoltre, presente il regista e attore Fabio De Luigi, da 15 anni testimonial di Fondazione Isal. Il volume, realizzato grazie al prezioso supporto di RomagnaBanca Credito Cooperativo, è introdotto dalla prefazione di Jamil Sadegholvaad (Sindaco del Comune di Rimini), Tiziano Carradori (Direttore Generale Ausl della Romagna), Mariapia Garavaglia (politica, accademica, già Ministra della Sanità vice presidente del Comitato di Bioetica eambasciatrice di Fondazione ISAL) e Livia Turco (politica, già Ministra della Salute, Presidente della Fondazione Nilde Iotti e ambasciatrice di Fondazione ISAL). Partendo dall’analisi approfondita dello scenario storico legato alla terapia del dolore e alle diverse trasformazioni che essa ha dovuto affrontare nel corso del tempo, gli autori del volume si soffermano sulle motivazioni e gli obiettivi che hanno portato alla nascita di ISAL e sul cammino compiuto dalla Fondazione durante i suoi primi anni, per poi passare in rassegna l’attività scientifica e i progetti di collaborazione istituzionale, da quello con il Ministero della Salute a quello con l’Istituto Superiore di Sanità, società scientifiche ed enti territoriali, senza dimenticare le indagini e gli studi clinici sviluppati a livello nazionale. Segue, quindi, un focus sui servizi messi a punto per offrire sostegno alle persone colpite da dolore cronico e sulla nascita dell’associazione Amici della Fondazione ISAL e sulla sua importante mission. Spazio anche alle voci dei protagonisti dei trent’anni di storia della Fondazione, dai collaboratori ai volontari, dai docenti ai sostenitori. “Il tema del dolore cronico – si legge nella prefazione del volume - è il cuore dell’attività di ISAL che, fin dalla sua nascita, si adopera per la formazione di medici e infermieri nella conoscenza sul dolore e le sue espressioni cliniche ma, ancor più per lo sviluppo della ricerca sulle basi bio-genetiche del dolore cronico, ritenendo che la patologia dolorosa sia l’esito di una disfunzione dei sistemi endogeni deputati alla sua espressione fisiologica e sulla identificazione di markers diagnostici per certificarne lo stato di malattia”. Tra le priorità individuate dalla Fondazione ISAL c’è il fare in modo che “la sofferenza dovuta alla malattia-dolore divenga comunicazione, cosicché, uscendo dal silenzio, possa produrre senso: per far ciò, il dolore deve essere trasfigurato in una verità biologica, conoscenza medica – come accade per ogni malattia – facendogli perdere la sua mitologia e ricomparire nella nuda verità della sua essenza di patologia”.
c.s. Isal