“Il questo periodo ho ritenuto di non intervenire più come in passato sul tema dei chiringuitos di spiaggia, perché mi è sembrato di rivivere il ruolo del protagonista di un libro di Miguel De Cervantes a me molto caro, Don Chisciotte della Mancia. Nei suoi panni non ci voglio entrare – dice il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino - anche se è evidente che la mia battaglia sia facilmente accostabile alla sua lotta contro i mulini a vento. Sono stanco, deluso e anche imbarazzato dal silenzio delle amministrazioni del territorio, delle forze dell’ordine e anche delle autorità d’igiene pubblica, a cui mi sono rivolto implorando controlli sulla spiaggia presso alcune strutture di fatto abusive, che ospitano la sera migliaia di persone senza i minimi requisiti di sicurezza e igiene. Ancora una volta mi sento preso in giro e rabbrividisco ogni mattina al pensiero che i nostri figli e i nostri nipotini giochino sulla spiaggia con palette e secchielli dove qualche ora prima migliaia di persone sono state a bere e a ballare senza avere a disposizione toelette dove espletare i propri bisogni fisiologici. Colpe specifiche non ce ne sono: tutti sono colpevoli perché nessuno ha voluto o vuole stroncare questo fenomeno che tanti danni crea alla nostra città. A cominciare dallo svuotamento dei viali del passeggio e del commercio tradizionale, che già soffre in maniera evidente e adesso la sera non beneficia più nemmeno del rientro delle persone dalla spiaggia, perché dalla spiaggia non si rientra più fino a notte fonda. A questa si aggiunge la criticità legata ai parcheggi degli scooter usati per raggiungere le feste ai chiringuito di spiaggia dai riminesi, che rimangono la stragrande maggioranza dei fruitori di questo tipo di offerta: dal tardo pomeriggio il Parco del Mare, i marciapiedi, persino le strisce pedonali sono invasi dai motorini. Purtroppo non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere, perché le problematiche sono sotto gli occhi di tutti. Se non si rispetta la legalità si opera nell’abusivismo. A richiesta di motivazioni su questo lassismo, mi si continua a rispondere che in fin dei conti il ballo in spiaggia non si effettua tutte le sere, non c’è continuità. Sono frustrato. Si tratta di luoghi non controllati e non autorizzati, lasciati alla sorte augurandosi che non accada niente e quando qualcosa accade, come risse, furti e furtarelli, non vengono nemmeno raccontati. Conviene a qualcuno? Come se uno decidesse di prendere l’auto solamente 20 giorni l’anno senza assicurazione, bollo e patente, perché tanto non guida tutti i giorni. Ma se poi accadono inevitabili tragedie, si piange sul latte versato. Al contrario ci sono imprenditori seri, che io chiamo eroi, che si trovano davanti mille paletti e prescrizioni, persino all’obbligo di far fronte a situazioni che vanno oltre agli adempimenti standard per la sicurezza e l’igiene. Penso alle richieste aggiuntive di personale e servizi di ambulanza e di vigili del fuoco, mentre agli altri, sulla sabbia, nulla è richiesto. Loro investono e rischiano soldi, tempo e famiglia perché credono nella propria attività e lo fanno bene, aggiungendo qualità e attrattività alla Riviera, richiamando centinaia di migliaia di ragazzi grazie ad un’offerta di alto livello e cartelloni con artisti di fama internazionale. I gestori dei locali come Cocoricò, Space, Altromondo, Peter Pan, Villa delle Rose, Beach Arena, Baia Imperiale, solo per fare i nomi più conosciuti a tutti, dovrebbero essere ringraziati ogni giorno e invece non si interviene nemmeno sulla concorrenza sleale. In spiaggia ormai siamo arrivati al momento della svolta non più prorogabile, con la direttiva Bolkestein e i bandi per le concessioni demaniali pronti ad essere predisposti. Si prenda evidenza che nel contratto concessorio per il demanio, se non si rispettano le regole e gli accordi sull’operatività degli stabilimenti balneari uscendo dalle linee guida, la concessione può essere ritirata. Sarà dura rinunciare ad incassi serali da oltre 50mila euro, ma non per questo tutto può essere giustificabile, anche l’illegalità nel suo complesso. Qui di legale continua a non esserci nulla. Vedremo più avanti”.
Presidente Confcommercio Rimini: “Stanco, deluso e anche imbarazzato dal silenzio sulle feste nei chiringuito di spiaggia".
Gianni Indino: "Se non si rispetta la legalità si opera nell’abusivismo e se si chiudono gli occhi in nome di una non meglio documentata richiesta del mercato, non si fa il bene del territorio né del turismo”
30 ago 2024
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