Prima tappa di avvicinamento a Lisbona
Da un mare all'altro. Dall'Adriatico luccicante di primo mattino, visto dalle terrazze di Borgo Maggiore, al Mediterraneo che si increspa dolcemente sulla costa azzurra nel pomeriggio. E' il percorso dei 60 giovani verso Lisbona per la GMG (sul pullman 63 posti). Buona parte dei ragazzi si conoscono già, più difficile per me agganciare, fare conoscenze, imparare nomi. Mi rendo conto dell'abisso fra i miei 75 anni e i loro vent'anni (verrà colmato in qualche modo?). Colgo tanta disponibilità: mi sembra sincera e, in questo, vedo già una prima concretizzazione della parola che costituisce il motivo-guida di questa esperienza: "Maria si alzò e andò in fretta". Contesto: la fanciulla di Nazaret, dopo l'annuncio del Verbo che si fa uomo nel suo grembo verginale, si mette prontamente in cammino verso la casa di Elisabetta, incinta alla sua età avanzata. Una giovane donna verso una donna matura... Ai ragazzi è stato raccomandato di far caso a quell'avverbio di moto a luogo. "Andare verso": possibilità con infinite sfumature, applicazioni, aperture. Si comincia a vivere con questo stile. L'ho visto nelle cortesie, nell'intreccio delle voci nel canto, nel carico/scarico di zaini enormi... Stiamo in pullman per una decina di ore (con necessaria apertura di qualche "corridoio umanitario"): la vita nello spazio disponibile è come un piccolo mondo: ci sono cose da raccontare, canzoni da riascoltare, panorami e città da guardare... La curiosità aumenta varcato il confine Italia-Francia. C'è il tempo per una preghiera, un Rosario aperto sulla mondialità: "Un Rosario verso...". Ogni decina di Avemarie viene dedicata ad un continente, all'Europa in assetto di guerra, all'Africa così ricca e così depredata, all'Asia misteriosa e alla ribalta, all'America con le sue contraddizioni, all'Oceania, il continente nuovissimo. Una delle caratteristiche principali della GMG è l'internazionalità. Domenica 6 agosto sono attesi un milione di giovani da tutti i paesi del mondo. Arriviamo alle 19 a St. Maximin tutto sommato in gran forma. Ci sgranchiamo gambe e spalle raggiungendo la parrocchia cattolica di St. Madeleine. Un gruppo di famiglie, insieme al parroco, ci accoglie festosamente e... subito a tavola: un buffet ricco di verdure fresche, cous cous e, inattesi, dieci gabare di ravioli. Capito a tavola con otto splendide ragazze vivaci e per niente stanche, nonostante le ore di viaggio. C'è una sorpresa: un dopo cena culturale. Ci viene accordato il privilegio della visita notturna alla Basilica dedicata a Santa Maria Maddalena, un grandioso tempio in gotico-francese mozzafiato. Nella cripta possiamo fare una preghiera davanti alla reliquia della Santa, una discepola amata da Gesù e divenuta, come ci ricorda il monsignore che ci fa da guida, "apostola degli apostoli". Ci interessa relativamente il fondamento storico della tradizione che tramanda i trent'anni penitenti di Maddalena qui in Provenza, nel villaggio della Baume (grotta). Interessante il tentativo di distinguere nei Vangeli le "Marie" che via via compaiono sulla strada di Gesù. "E' sempre Maria di Magdala?", ci chiede il Monsignore. Un restauro difficile da fare, ma ci basta vedere nelle tre "Marie" l'itinerario di ogni discepolo: Maria che piange i suoi peccati bagnando i piedi di Gesù con le lacrime e asciugandole con i capelli (conversione); Maria che accoglie Gesù nella sua casa e si mette a servirlo con prodigalità; Maria che lo riconosce risorto e che fa per abbracciarlo mentre viene mandata a portarne l'annuncio. Scende la notte su questa prima tappa di avvicinamento a Lisbona. Siamo ospiti nelle aule della parrocchia: non ci resta che ringraziare e... dormire.
Cs - Diocesi di San Marino-Montefeltro
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