La vicenda è questa: Si tratta di un lungo e acceso dibattito internazionale sviluppatosi attorno alla proposta di introdurre il Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) all’interno della Convenzione di Oviedo (Convenzione sui Diritti Umani e la Biomedicina del Consiglio d’Europa) tramite un Protocollo aggiuntivo. Un documento che, secondo le organizzazioni per i diritti delle persone con disabilità, viola in più punti la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD). Per questo motivo, da anni tali organizzazioni sostengono la campagna Withdraw Oviedo (www.withdrawoviedo.info/join) chiedendone il ritiro. In passato siamo intervenuti pubblicamente più volte su questa vicenda, su sollecitazione di autorevoli funzionari dell'Alto Commissariato per i Diritti Umani e dalle principali organizzazioni europee impegnate nella difesa dei diritti delle persone con disabilità, per segnalare la questione e l’orientamento favorevole di San Marino. Siamo sempre stati inascoltati, persino da coloro che hanno il compito di garantire l’attuazione della CRPD. I promotori della campagna, dopo aver ottenuto quale primo risultato positivo la sospensione dell’adozione per oltre due anni, il 26 novembre scorso hanno condiviso assieme alle altre parti, una bozza di Raccomandazione sul rispetto dell’autonomia nella salute mentale che, nonostante rappresenti un passo avanti, non soddisfa né convince, e continuano a chiedere l’abbandono definitivo del Protocollo. Ora siamo giunti alle battute finali: nel prossimo gennaio, il Comitato dei Ministri dovrà prendere una decisione definitiva. Ebbene, lo scorso venerdì 13 dicembre siamo stati invitati dalla Segreteria di Stato e dal Dipartimento Affari Esteri – che ringraziamo sentitamente – a partecipare a una riunione per contribuire alla definizione di una posizione sammarinese in merito. Durante la discussione, a tratti surreale, abbiamo ribadito con serenità le nostre considerazioni, sottolineando i rischi di violazioni dei diritti umani, conflitti legali, consolidamento dell’istituzionalizzazione e aumento della coercizione. Pertanto, a nostro avviso, andrebbe accolta con favore la suddetta bozza di Raccomandazione, ma il percorso del Protocollo deve essere interrotto definitivamente. Nel corso degli anni, numerosi sono i Paesi che hanno rivisto la loro posizione iniziale, e questo grazie al lavoro e alle proteste delle organizzazioni citate in premessa. San Marino cosa farà? Come ulteriore e ultimo passo, in coerenza con la campagna, invieremo nelle prossime ore una comunicazione formale alla Segreteria di Stato per gli Affari Esteri, con copia alla Segreteria di Stato alla Sanità e al Capo Delegazione sammarinese presso l'Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa. Il nostro obiettivo, come associazione, rimane lo stesso ed è molto chiaro: sostenere con convinzione la battaglia di numerose associazioni e attivisti in tutta Europa, stando sempre dalla parte della CRPD.
c.s. Attiva-Mente