Come mai la Segreteria esteri, sempre tempestiva a rispondere ad ogni critica o ad autoincensarsi, non prende posizione pubblica per affermare il proprio sdegno rispetto a chi ha favorito operazioni sospette in Repubblica? Dovrebbe essere chiaro che da una parte si deve affermare la soddisfazione del governo per il fatto che le segnalazioni sono state prontamente eseguite con coordinato ed efficacie lavoro tra Banca Centrale ed AIF, dimostrando l’efficacia dei nostri apparati di controllo e dall’altra la garanzia che il nostro governo, gli agenti diplomatici e l’apparato burocratico-politico nulla hanno a che fare con i fatti illeciti riportati dalla stampa nazionale italiana e che l’attore politico che ha favorito il rapporto con la banca sammarinese implicata deve venire allo scoperto e argomentare l’accaduto. Non può sfuggire l’eminente portata politica dell’affaire Siri, per quel che ci riguarda, di significato maggiore del finanziamento in sé. Non vogliamo entrare nel merito delle indagini e siamo certi che tutto è stato fatto in maniera corretta e nel rispetto delle normative vigenti. Però non possiamo a proposito di politica estera avere il minimo dubbio che si siano cercate scorciatoie e proprio in riferimento a quanto apparso sugli organi stampa, ogni dubbio deve essere rimosso immediatamente e non ci deve essere la minima ombra che rappresentanti istituzionali del nostro Paese abbiano avuto un ruolo attivo su questa vicenda, al fine di ripristinare o ammorbidire i rapporti politici con i due paesi - questo no - questo non lo possiamo accettare e vogliamo sapere fin da subito se corrisponde al vero questa notizia e in caso affermativo chi ha avuto questo o questi ruoli, anche a costo di andare in tribunale e presentare un esposto. Già in altre occasioni l’impostazione del governo contraddice pesantemente il colossale sforzo verso la trasparenza finanziaria e non solo dell’ultimo decennio e stride ancora di più la modalità di approccio alla politica estera ed agli investimenti del Segretario agli Affari Esteri di AP, Nicola Renzi. L’idea pare essere quella che quando si tratta di ottenere finanziamenti per il paese o ingraziarsi potenti alleati, ci si possa fregiare della propria sovranità per proporre benefici diplomatici, scorciatoie finanziarie. Va appunto in questa direzione una politica verso la Russia fatta di accordi ancora oscuri a mesi di distanza dalla visita di Lavrov e per lo più di rapporti non chiari, come quello di un nostro ambasciatore a disposizione già rifiutato due volte (Italia e Croazia) che noi ci ostiniamo ad omaggiare di incarichi diplomatici e frequenti apparizioni mediatiche televisive. Ora anche la novità dei rapporti con famiglie iraniane disposte a trasferire a San Marino ingenti somme con modalità oscure, pure questa circostanza denunciata in Consiglio e non smentita. Insomma la modalità della diplomazia segreta continua e ora si ammanta anche di una veste che tenta di coprire operazioni sospette per le quali lo stato rischia ben di più di qualche centinaia di milioni di euro che si vuole risanare: si rischia di essere messi nella black list dei paesi non affidabili, infiltrabili, che confonde la diplomazia con la convenienza economica. Quando il rapporto con l’Italia e con l’Unione Europea sono più importanti che mai, mettiamo in condizione i nostri vicini di pensare che quando si ha a che fare con San Marino si finisce sulle copertine dei giornali per inchieste o i nostri amici europei che tutto sommato si possa avere un rapporto privilegiato migliore con la Russia o paesi con i quali non abbiamo rapporti storici. Purtroppo o per fortuna i supposti utili faccendieri passano, i facilitatori di rapporti con altri stati con immunità diplomatica anche, la Repubblica Italiana e l’Unione Europea, le loro istituzioni e i legami geografici invece no. Anche i governi passano, ed è bene che lo facciano prima di avere totalmente compromesso il futuro della politica estera del paese.
San Marino il 28 luglio 2019
Partito Socialista
Partito dei Socialisti e dei Democratici