Il Partito dei Socialisti e dei Democratici, nell’esprimere soddisfazione per l’approvazione, anche con il voto di San Marino, della risoluzione ONU del 10 maggio che raccomanda al Consiglio di Sicurezza di riconsiderare favorevolmente la richiesta dello Stato di Palestina di divenire membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, intende rimarcare la coerenza di tale scelta con oltre un decennio di deliberazioni del Consiglio Grande e Generale ed il supporto del PSD. La Repubblica di San Marino ha una consolidata posizione di difesa dei diritti dell’uomo e delle formazioni collettive, dei popoli, in particolare quelli vessati e deboli: essa è di sovente espressa sia con deliberazioni del Consiglio, sia con il voto alle Nazioni Unite. San Marino crede nella soluzione pacifica delle controversie e ritiene che le organizzazioni multilaterali siano il luogo del dialogo, della concertazione, della pacificazione. Questo vale, forse ancora di più, anche in frangenti storici, come questo, nel quale le armi prendono il sopravvento in diversi, troppi, luoghi. Già nel 2012 il Consiglio votò un Ordine del Giorno “esprimendosi in favore del riconoscimento dello Stato Palestinese e della sua ammissione come centonovantaquattresimo Stato delle Nazioni Unite”. A novembre di quell’anno effettivamente la Palestina divenne Stato osservatore: in quella occasione però il governo (maggioranza Patto per San Marino) decise l’astensione perché di lì a poco si sarebbero tenute le elezioni (anche stavolta il periodo è quello, per fortuna il governo ha deciso diversamente). A marzo del 2013, con il ritorno al Governo del PSD, si votò un altro OdG per “un negoziato in favore della pace e del reciproco riconoscimento di Israele e Palestina, con l’intervento e sotto gli auspici della Comunità Internazionale” e con il “mandato al Congresso di Stato di intraprendere ogni utile iniziativa tesa all’intensificazione del rapporto con i Rappresentanti del popolo palestinese, alla luce della recente decisione onusiana”. Allora come oggi, il PSD è stato favorevole con le scelte di carattere umanitario in loco ed a San Marino. Purtroppo già nel 2014, tra luglio ed agosto, si scatenò un conflitto tra Israele ed Hamas che produsse oltre 2000 vittime complessive. A Pochi giorni dall’inizio del conflitto il Consiglio impegnò il Governo ad “attivare i propri canali diplomatici al fine di chiedere l’immediato cessate il fuoco e la ripresa del dialogo e del confronto fra le parti”, nell’occasione una lettera firmata da tutti i Consiglieri fu inviata ai Presidenti degli Organi Legislativi israeliano e palestinese. Di nuovo nel 2018 una istanza d’Arengo richiedeva di riconoscere lo Stato palestinese e di seguito il Consiglio votò un OdG che invitava il Governo “a farsi promotore presso le sedi diplomatiche multilaterali e bilaterali affinché, nell’ottica e tutela degli interessi legittimi dei due Stati e delle preoccupazioni espresse dallo Stato di Israele sulla sicurezza, venga portato a compimento il percorso per il riconoscimento della Palestina quale Stato democratico e sovrano”. Così facendo, e correttamente, si segnalava anche l’importanza della sicurezza dello stato di Israele, oltre al necessario riconoscimento della Palestina. Dal 7 ottobre 2023, con l’attacco di Hamas e la sproporzionata risposta israeliana, assistiamo affranti, inermi ma non assuefatti ad un conflitto che ha già portato morte, dolore e devastazione tra civili come non succedeva da decenni. Così si inquadra l’ultimo OdG del marzo scorso, che sostiene la soluzione dei due stati, in linea con le deliberazioni del Consiglio, ed in linea con quanto di tragico sta avvenendo. Il PSD sosterrà sempre ogni iniziativa che valorizza il dialogo sulla lotta armata, il multilateralismo sulla prevaricazione del più forte, l’azione dei pacificatori su quella dei belligeranti.
c.s. Psd