Psd: "Siamo tutti convinti che la San Marino opaca del passato non debba ritornare?"
Di grande importanza il riferimento del Segretario Beccari in Commissione Esteri a riguardo dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea. È la notizia più rilevante delle ultime settimane quella della ripresa dei confronti in presenza tra San Marino e l’Unione Europea e la definizione della prossima sessione negoziale a giugno, preceduta da una Commissione Affari esteri per condividere i temi sul tavolo e portare a Bruxelles una posizione condivisa. Per il PSD il tema della UE è sempre stato oggetto di confronto pubblico e questo è il momento in cui tale confronto deve diventare parte dell’azione politica di tutti i partiti. D’altronde non pare esserci nessuna forza politica che esplicitamente abbia una posizione contraria all’Accordo di Associazione. Si rileva però che le legittime richieste di informazioni sul negoziato non si accompagnano con una trasparente espressione delle proprie aspettative e considerazioni. Pare che questa tattica del silenzio possa nascondere una contrarietà di principio all’integrazione, che comporta sicuramente il cambio definitivo della nostra economia su cui molto è stato già fatto sul lato dell’allineamento agli standard internazionali di trasparenza sia nel settore bancario che in generale in tutta l’economia. Ora manca l’ultimo strappo verso una compatibilità che significa stare alle stesse regole nello stesso mercato, e progredire perché si è capaci nel concreto e nella competitività, non nelle scorciatoie del differenziale normativo, che era il pilastro del modello fallimentare che abbiamo dovuto abbandonare. C’è ancora chi pensa che la San Marino “da bere” degli anni 2000 debba tornare? Perché, invece di evidenziare preoccupazioni generiche sull’integrazione europea, non si lavora per concludere la transizione economica iniziata a colpi di black list e procedure rafforzate, conclusione che non può che essere la definitiva entrata nel mercato europeo? È ora di venire maggiormente allo scoperto. Diversi partiti, compresi qualche movimento di maggioranza lasciano il tema ai margini della loro attività politica mentre altri, come Libera, pare lo abbiano proprio dimenticato, anche coloro che provenendo dal PSD ne avevano sempre fatto un pilastro della propria attività politica. Crediamo non sfugga a nessuno che le criticità di bilancio e la gestione del debito pubblico sarebbero state molto più facili da gestire se avessimo avuto il paracadute, almeno parziale, di Banca Centrale Europea e dell’abissale differenza di visibilità e riconoscibilità che avrebbe portato a tutt’altre condizioni di mercato per l’inizio dell’era del debito internazionale, se fossimo stati all’interno del mercato europeo, che è ciò che si prefigge l’Accordo di Associazione. Ancora diversi politici, ma anche polemisti e media, diffondono falsità, confondendo tale Accordo con l’Adesione tout court, infondendo preoccupazioni che non hanno luogo di esistere come l’esplodere delle residenze, vincoli fiscali o di politica internazionale. È questo il tempo in cui non si può solo chiedere al governo di fare sapere lo stato della trattativa, è il tempo nel quale chi si professa d’accordo a parole con l’Associazione all’UE, lo sia anche nel concreto evitando di spargere pericolose fake news e lavorando per fare informazione e formazione."
cs Psd