Edilizia sovvenzionata, significa aiutata e finanziata dallo Stato. Con la legge 110 del 1994 lo Stato ha prestato soldi facendosi carico delle garanzie ad ogni cittadino che ha fatto richiesta di mutuo prima casa, senza considerare il reddito del richiedente; quindi il mutuo veniva erogato sia che il richiedente avesse un reddito tale da non avere nessuna necessità di aiuti pubblici, sia che al contrario il richiedente avesse una capacità reddituale insufficiente per sostenere il prestito, seppur agevolato, esponendosi al rischio di non riuscire a farvi fronte.
La legge che è stata recentemente approvata è ispirata ad una filosofia diversa rispetto alle norme che fino ad oggi hanno regolamentato l’ edilizia sovvenzionata. Tale intervento normativo si è reso necessario per cercare di ottimizzare le risorse che lo Stato ancora mette a disposizione dei suoi cittadini che decidano di investire in una loro “prima casa”.
Seppur le procedure per l’accesso al contributo statale siano cambiate, è ferma la volontà dello Stato di aiutare in una forma sostenibile, l’acquisto della propria dimora. Fra i tratti salienti di tale riforma vi è il tentativo di snellire le procedure per l’accesso al contributo statale, seguendo la logica della netta separazione delle funzioni fra i poteri dello Stato, politica e amministrazione.
Il Governo e la Maggioranza hanno in cantiere altre azioni nell’ambito delle politiche abitative, che tradurranno al più presto in testi normativi, sempre a seguito di confronto con le rappresentanze sindacali, così da apprestare altre forme di tutela e garanzia in favore di coloro che si trovano in situazioni di difficoltà.
Alla luce, infine, della difficile situazione finanziaria ed economica che molti nostri concittadini stanno attraversando e che investe necessariamente anche gli acquisti sulla casa avviati in passato sotto la vigenza della legge n. 110/1994, considerando al contempo i timori che le rappresentanze sindacali hanno espresso circa il cambiamento che la nuova legge ha recato con sé per i cittadini che si apprestano a chiedere l’aiuto statale, il Governo si è impegnato assieme alle rappresentanze sindacali a monitorare l’applicazione e l’impatto della suddetta normativa.
Comunicato stampa PSD
La legge che è stata recentemente approvata è ispirata ad una filosofia diversa rispetto alle norme che fino ad oggi hanno regolamentato l’ edilizia sovvenzionata. Tale intervento normativo si è reso necessario per cercare di ottimizzare le risorse che lo Stato ancora mette a disposizione dei suoi cittadini che decidano di investire in una loro “prima casa”.
Seppur le procedure per l’accesso al contributo statale siano cambiate, è ferma la volontà dello Stato di aiutare in una forma sostenibile, l’acquisto della propria dimora. Fra i tratti salienti di tale riforma vi è il tentativo di snellire le procedure per l’accesso al contributo statale, seguendo la logica della netta separazione delle funzioni fra i poteri dello Stato, politica e amministrazione.
Il Governo e la Maggioranza hanno in cantiere altre azioni nell’ambito delle politiche abitative, che tradurranno al più presto in testi normativi, sempre a seguito di confronto con le rappresentanze sindacali, così da apprestare altre forme di tutela e garanzia in favore di coloro che si trovano in situazioni di difficoltà.
Alla luce, infine, della difficile situazione finanziaria ed economica che molti nostri concittadini stanno attraversando e che investe necessariamente anche gli acquisti sulla casa avviati in passato sotto la vigenza della legge n. 110/1994, considerando al contempo i timori che le rappresentanze sindacali hanno espresso circa il cambiamento che la nuova legge ha recato con sé per i cittadini che si apprestano a chiedere l’aiuto statale, il Governo si è impegnato assieme alle rappresentanze sindacali a monitorare l’applicazione e l’impatto della suddetta normativa.
Comunicato stampa PSD
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