Pubblicato sul sito CSdL lo studio sugli effetti della riforma tributaria

L’obiettivo principale della riforma, l'introduzione dei più efficaci strumenti per l'accertamento dei redditi e il potenziamento degli uffici e organi preposti, non è stato concretizzato dai governi.

Pubblicato sul sito CSdL lo studio sugli effetti della riforma tributaria.

La CSdL nei giorni scorsi ha pubblicato sul proprio sito lo studio compiuto e divulgato nel periodo tra luglio e settembre attraverso una serie di comunicati stampa, per valutare gli effetti prodotti dalla riforma tributaria, entrata in vigore dal 1° gennaio 2014, fino al 2022. Lo studio si basa su dati forniti dalla Segreteria di Stato per le Finanze ed il Bilancio alla Commissione Permanente per il Monitoraggio della Fiscalità. Nello studio viene indicato, anche attraverso una serie di tabelle dettagliate, l'andamento dei redditi dichiarati e delle imposte pagate dai vari soggetti che costituiscono il sistema economico sammarinese: le società, i lavoratori autonomi, le imprese individuali, i lavoratori dipendenti, i pensionati. La riforma tributaria del 2013 prevedeva inizialmente un aumento enorme delle imposte a carico di lavoratori dipendenti e pensionati. Il progetto di legge è stato corretto rispetto alla prima impostazione, grazie in particolare allo sciopero generale più partecipato della storia del sindacato sammarinese, che vide oltre 8mila persone assiepate in Piazza della Libertà per rivendicare una maggiore giustizia fiscale. Tuttavia, l’obiettivo principale della riforma, ovvero l'introduzione dei più efficaci e moderni strumenti per l'accertamento dei redditi, in particolare delle imprese, così come il potenziamento degli uffici e organi dello Stato preposti, non è stato concretizzato dai governi che si sono avvicendati, permettendo in tal modo di conservare ampie sacche di elusione fiscale. Le dichiarazioni dei redditi di buona parte dei contribuenti sono a dir poco imbarazzanti. Anche la consistenza dei patrimoni mobiliari ed immobiliari posseduti da una parte di residenti, dimostra che la tanto sospirata equità fiscale e sociale è tutt’altro che realizzata, mentre al contempo il debito pubblico sammarinese è arrivato alla esorbitante somma di circa 1,5 miliardi di euro. La principale misura adottata per far fronte al debito è stata, per la prima volta nella storia moderna di San Marino, quella di contrarre debito estero, i cui interessi e spese vanno a pesare ulteriormente sui conti pubblici. Lo studio della CSdL vuole essere anche uno stimolo alla classe politica, in primis al Governo, sulla necessità di portare a compimento gli obiettivi più volte annunciati, ovvero l’accertamento dei redditi, con un occhio attento anche a come cercare di recuperare, almeno in parte, quanto sottratto al fisco da decenni. Occorre raggiungere l’equilibrio di bilancio: le relative politiche non possono prescindere da maggiori entrate finalizzate alla riduzione del debito, al finanziamento dello stato sociale, agli incentivi per lo sviluppo dell’economia reale, agli investimenti nelle opere pubbliche necessarie. Per far questo, non serve aumentare la pressione fiscale, ma applicare le leggi.

cs CSDL

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