Repubblica Futura: Ancora intimidazioni e minacce
La frammentazione politica, gli obbiettivi poco chiari, l’accozzaglia ideologica che caratterizzano l’attuale compagine governativa rendono frequenti le critiche, le rimostranze per delusioni e le legittime richieste di coerenza ed efficienza. Assai più insolito, e per certi versi grottesco, è ciò che di recente è accaduto in Repubblica, quando di fronte alle puntuali richieste di un gruppo, un’associazione che da anni si occupa di tutela ambientale, secondo la quale il governo non avrebbe fatto abbastanza per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità dichiarati, alcuni rappresentanti istituzionali, fra cui un consigliere (ed ex capo di Stato) e un alto dirigente di un ente pubblico, hanno rilasciato dichiarazioni rivolte direttamente e personalmente ad un privato cittadino (quale sia la sua cittadinanza a noi non importa, non può essere discriminante), definendolo “miserabile” e addirittura invocandone l’allontanamento dal Paese. A prescindere dallo stile deplorevole delle affermazioni, ci chiediamo ora quali siano le sue colpe e quale la base giuridica per proporre un simile trattamento. A prescindere dal fatto che si possano apprezzare o meno le azioni concrete messe in atto dal governo per il raggiungimento degli obbiettivi dell’agenda 2030, anche qualora ne fossero state messe in atto, i privati e le associazioni operanti in Repubblica hanno diritto, o forse dovere, di non accontentarsi, di chiedere di più, di essere preoccupati per la crisi climatica, per la siccità, per il futuro del pianeta. E chi si fa portavoce di simili istanze sta lavorando per tutti noi, sta facendo qualcosa che spetterebbe ad altri. Può essere spiacevole sentirsi dire che non si sta facendo abbastanza, ma è nel diritto di protesta, di espressione della propria opinione. E’ preoccupante il tono minaccioso ed intimidatorio con cui i due rappresentanti istituzionali si sono espressi, così come preoccupante è il modo in cui si intende mettere a tacere il dissenso: con l'intimidazione, con l’ingiuria e la denigrazione, peraltro avendo dalla propria parte uno squilibrio di poteri e di mezzi evidente. Quanto tempo ancora dobbiamo sopportare un governo arrogante e minaccioso, che si accanisce direttamente e personalmente su chiunque osi esprimere la propria opinione? Che Paese siamo diventati, un Paese in cui, verso chi esprime dissenso viene addirittura invocato l’allontanamento, considerato dunque un soggetto socialmente pericoloso, assimilando quindi il dissenso ad un delitto? Solidarietà al dott. Gabriele Geminiani e a tutti coloro che, lecitamente, esprimono dissenso in piena libertà di opinione e di espressione, nella nostra antica Terra della Libertà.
Repubblica Futura