Chi aveva assistito alla fantasmagorica e scoppiettante conferenza stampa del Segretario Pedini nella passata legislatura, divenuta un cammeo indimenticabile specialmente per i versi (non poetici), la mimica e la gestualità dell’illustre statista sammarinese, credeva probabilmente di aver raggiunto una vetta intraguardabile. Sbagliava e sbagliavamo tutti. Pedini è incontenibile. Il numero dei pernottamenti in Repubblica non accenna ad aumentare in modo apprezzabile, il turismo escursionistico a bassa capacità di spesa la fa da padrone, nessuna nuova struttura alberghiera, magari di livello, è all’orizzonte, ma Pedini spopola ovunque. Dall’estate ne ha combinate di tutti i colori. Prima, pare (il condizionale è d’obbligo, in attesa di una nuova interpellanza cui attendiamo risposta, dopo le reticenze opposte alla prima) aver imposto la demolizione di un arredo di una struttura scolastica. Il Segretario chiama, l’Azienda demolisce! Poi ha bellamente dribblato una ulteriore interrogazione di Repubblica Futura che chiedeva semplicemente quanti e quali Segreterie di Stato, uffici pubblici o enti partecipati dallo Stato facessero pubblicità o finanziassero il sito estero giornale.sm. La risposta, che negava ogni tipo di sponsorizzazione, è stata smentita dal fato crudele che, nelle stesse ore in cui arrivava il testo del Segretario Pedini, vedeva campeggiare sul sito estero ben due banner, uno della Giochi del Titano, l’altro di pubblicità della stagione teatrale sammarinese, evidentemente due entità che agiscono all’oscuro del governo e del dominus Pedini. Poi, non contento, si è scagliato contro alcuni abitanti del Centro storico di Città, colpevoli di aver espresso la propria opinione. Ispirato dagli elementari principi del civile confronto democratico, e memore di come i Segretari di Stato siano al servizio dei cittadini e non dei monarchi assoluti, Pedini ha bellamente minacciato di far denunciare dall’Avvocatura dello Stato i malcapitati, così imparano ad oltraggiare il sire. Ma non era sufficiente e solo poche ore dopo il nostro eroe ha inchiodato il Consiglio Grande e Generale per più di mezza giornata per permettere a suo padre di prendere possesso della carica di Presidente dell’Azienda dei Servizi. Se i requisiti mancano, come nel caso, basta cambiare la legge e via. Nell’imbarazzo generale dell’aula, della maggioranza e dell’opposizione. Forse per il dispiacere di non aver raggiunto, almeno per ora, l’obiettivo, Pedini, dulcis in fundo, ha preso di petto le opposizioni e con ampia volontà ragionativa e dialogica ha pensato bene di fare la cosa in cui eccelle, riminacciare tutti: me la paghereteeee!!!! Abbiamo scritto questo pezzo con un briciolo di sarcasmo ed ironia, ma abbiamo sbagliato. Forse non c’è proprio nulla da ridere, forse tutti gli episodi che abbiamo, con un riso amaro, passato in rassegna, sono il segno eclatante del degrado cui qualcuno sta portando, non se stesso, ma le più rilevanti istituzioni sammarinesi. Speriamo davvero che il suo partito, almeno, voglia tentare di ricondurre Pedini nel solco di ciò che la sua carica gli impone: il minimo di rispetto per se stesso, per il Consiglio, per il Congresso e soprattutto per tutti i Sammarinesi.
C.s. Repubblica Futura