Dopo la decisione del Consiglio Giudiziario di revocare l’incarico al Magistrato Dirigente, per altro preceduta da mesi di polemiche ridicole e spregiudicate dell’opposizione culminate nella famosa denuncia che era in atto un colpo di stato di cui non si era accorto nessuno, la stessa opposizione – con irreprensibile coerenza – ha dato di testa.
Non solo ha accusato la politica di voler allungare le mani sul Tribunale – omettendo il fatto che il provvedimento è stato voluto dalla stragrande maggioranza dei giudici che si erano già pronunciati nel consiglio giudiziario ordinario – ma ha incolpato il governo di insabbiare le inchieste in corso come se la quasi totalità dei magistrati fosse una congrega di personaggi impresentabili e corrotti.
E poi la tesi, altrettanto strumentale, di dare all’esterno una percezione negativa del nostro Paese quando è solo grazie alle invenzioni dell’opposizione sulla fine delle libertà democratiche che abbiamo trasmesso la certezza di rappresentare una Repubblica popolata di matti da legare.
Alcuni sapientoni, che pensano di passare alla storia coi loro interventi strampalati quando denunciano la “pericolosità” del Segretario di Stato agli Affari Esteri, hanno mostrato anche in questa occasione – al pari di chi ha firmato comunicati deliranti – l’assoluta mancanza di rispetto nei confronti di un organismo costituzionale che ha agito nel pieno rispetto dei poteri che la legge gli attribuisce. E gli insulti dispensati a piena bocca servono solo a nascondere l’ignoranza strafottente di chi dimostra di avere la testa confusa ma non lo sa e allora spara sciocchezze chiamando in causa la certezza del diritto e la mescola con la concessione delle residenze affidata ad un organismo discrezionale come la commissione consiliare permanente, o con le società che fanno concorrenza sleale alle aziende sammarinesi. Idee chiare, non c’è alcun dubbio!
Una delle balordaggini più smaccate, che merita di essere ricordata, ha sostenuto che la maggioranza intende affossare il procedimento legato al ben noto “conto Mazzini”, rendendo attuale il vecchio dilemma “ci sono o ci fanno”. Perché, a chi vive su un altro pianeta ma anche ai cialtroni, è opportuno ricordare che i magistrati che si sono occupati di quella storia sono fra coloro che hanno censurato e revocato il Magistrato Dirigente.
Ma fra i tanti segnali di profondo squilibrio che la politica sta offrendo in questa vicenda, va detto che anche altri soggetti ne sono stati contaminati. Abbiamo letto infatti che “un Paese intero aveva chiesto a gran voce che il Magistrato Dirigente venisse lasciato al suo posto”, che alla base della rimozione c’è stata solo “la mancanza di dialogo” all’interno del Tribunale e che “particolari pruriginosi” hanno rappresentato fatti di importanza strategica in questo passaggio istituzionale.
Per fortuna abbiamo anche letto il parere di un noto costituzionalista (con tanto di foto) che ha riportato gli scontri sul terreno della serietà. Per il rigore e la concretezza delle argomentazioni. I “brividi personali” che la vicenda gli ha suscitato, la fine della democrazia che egli denuncia e la comparsa del signor Ali Turki che, come tutti sanno, è la logica conclusione dello smantellamento del Tribunale, fanno davvero accapponare la pelle, insieme all’inquietante interrogativo che il costituzionalista rivolge al Paese: “il signor Turki verrà qui con i suoi sei bambini e con quali e quante mogli?”
Non c’è che dire: solo noi sammarinesi siamo capaci di dipanare gli intrighi e di vedere così lontano!
Non solo ha accusato la politica di voler allungare le mani sul Tribunale – omettendo il fatto che il provvedimento è stato voluto dalla stragrande maggioranza dei giudici che si erano già pronunciati nel consiglio giudiziario ordinario – ma ha incolpato il governo di insabbiare le inchieste in corso come se la quasi totalità dei magistrati fosse una congrega di personaggi impresentabili e corrotti.
E poi la tesi, altrettanto strumentale, di dare all’esterno una percezione negativa del nostro Paese quando è solo grazie alle invenzioni dell’opposizione sulla fine delle libertà democratiche che abbiamo trasmesso la certezza di rappresentare una Repubblica popolata di matti da legare.
Alcuni sapientoni, che pensano di passare alla storia coi loro interventi strampalati quando denunciano la “pericolosità” del Segretario di Stato agli Affari Esteri, hanno mostrato anche in questa occasione – al pari di chi ha firmato comunicati deliranti – l’assoluta mancanza di rispetto nei confronti di un organismo costituzionale che ha agito nel pieno rispetto dei poteri che la legge gli attribuisce. E gli insulti dispensati a piena bocca servono solo a nascondere l’ignoranza strafottente di chi dimostra di avere la testa confusa ma non lo sa e allora spara sciocchezze chiamando in causa la certezza del diritto e la mescola con la concessione delle residenze affidata ad un organismo discrezionale come la commissione consiliare permanente, o con le società che fanno concorrenza sleale alle aziende sammarinesi. Idee chiare, non c’è alcun dubbio!
Una delle balordaggini più smaccate, che merita di essere ricordata, ha sostenuto che la maggioranza intende affossare il procedimento legato al ben noto “conto Mazzini”, rendendo attuale il vecchio dilemma “ci sono o ci fanno”. Perché, a chi vive su un altro pianeta ma anche ai cialtroni, è opportuno ricordare che i magistrati che si sono occupati di quella storia sono fra coloro che hanno censurato e revocato il Magistrato Dirigente.
Ma fra i tanti segnali di profondo squilibrio che la politica sta offrendo in questa vicenda, va detto che anche altri soggetti ne sono stati contaminati. Abbiamo letto infatti che “un Paese intero aveva chiesto a gran voce che il Magistrato Dirigente venisse lasciato al suo posto”, che alla base della rimozione c’è stata solo “la mancanza di dialogo” all’interno del Tribunale e che “particolari pruriginosi” hanno rappresentato fatti di importanza strategica in questo passaggio istituzionale.
Per fortuna abbiamo anche letto il parere di un noto costituzionalista (con tanto di foto) che ha riportato gli scontri sul terreno della serietà. Per il rigore e la concretezza delle argomentazioni. I “brividi personali” che la vicenda gli ha suscitato, la fine della democrazia che egli denuncia e la comparsa del signor Ali Turki che, come tutti sanno, è la logica conclusione dello smantellamento del Tribunale, fanno davvero accapponare la pelle, insieme all’inquietante interrogativo che il costituzionalista rivolge al Paese: “il signor Turki verrà qui con i suoi sei bambini e con quali e quante mogli?”
Non c’è che dire: solo noi sammarinesi siamo capaci di dipanare gli intrighi e di vedere così lontano!
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