Repubblica Futura sulla situazione in ambito sanitario
L’attuale Segretario di Stato alla Sanità Roberto Ciavatta è in stato di pre-dimissioni. Si potrebbe dire un Segretario di Stato precario oppure un Segretario di Stato a metà. Con lui è pure dimissionario il Direttore Generale dell’ISS Bruschi. Almeno sembra, dopo avere dichiarato che lavorerà altrove, che si avvale di collaboratori non all’altezza, di subire pesanti ingerenze dalla politica. Occorre però cautela. Infatti Ciavatta si è già dimesso in passato da diversi ruoli, salvo poi sistematicamente rimangiarsi tutto. Diciamo che non è molto affidabile da questo punto di vista, come su tanti altri aspetti. Del resto abbandonare le poltrone è sempre faticoso. A dire la verità sembrerebbe che anche le dimissioni del Direttore Generale dell’ISS non siano ufficiali e nemmeno è molto chiaro il destino degli altri due membri del Comitato Esecutivo Forcellini e Rabbini, che da alcune indiscrezioni lette sui giornali sembra siano stati tacciati d’incompetenza. In questo turbinio di quasi dimissioni, rimane, invece, di una chiarezza estrema la situazione molto difficile della sanità pubblica. I costi del nostro sistema sanitario sono in costante aumento, a prescindere dalla pandemia che ha solo accentuato questa dinamica. Da tempo il nostro ospedale si regge su robuste iniezioni di denaro provenienti da un bilancio dello Stato sempre più sofferente. Infatti, dopo la decisione dei nostri governanti di indebitare profondamente il Paese senza preoccuparsi di come restituire i soldi avuti in prestito, le finanze pubbliche sono in profondo rosso. Nonostante questo il governo continua a spendere a destra e manca come se nulla fosse, nella maniera più irresponsabile. Nel bel mezzo di questa difficilissima, se non tragica, situazione, fatta di conti fuori controllo, di dimissioni non ancora formalizzate e del disastro della medicina di base, il governo pensa di costruire un ospedale nuovo di zecca. Ebbene sì. Spesso non si riesce a trovare un medico di condotta, ai telefoni dei servizi spesso nessuno risponde, i tempi di attesa per talune prestazioni sono biblici, manca personale qualificato, la gestione amministrativa è fuori controllo, i costi lievitano costantemente. Dinanzi a tutto questo l’impegno del Segretario alla Sanità Ciavatta - quando non è impegnato nella pantomima delle pre-dimissioni - e dell’intero governo, non è quello di affrontare e risolvere questi e altri problemi, ma di costruire un nuovo ospedale. Magari, visto che invece dei soldi abbiamo i debiti, da mettere in mano a qualche multinazionale di qualche paradiso fiscale, con tanti saluti al sistema sanitario pubblico. Questo è l’ennesimo risultato di un governo “ampiamente rappresentativo”, nato da una legge elettorale che gli ha fornito una delega in bianco, costruito su una narrativa politica sempre più falsa, attualmente impegnato a distruggere un sistema sanitario pubblico costruito con decenni di sacrifici.
Repubblica Futura