Repubblica Futura sulle dichiarazioni di Canti riguardo al porta a porta
In una nuvolosa giornata di metà maggio, è riapparso, dopo qualche settimana di ibernazione, il Segretario di Stato per il Territorio e la Protezione Civile che, nel bel mezzo dell’emergenza COVID-19, ha avuto un’idea geniale: decretare il tramonto della raccolta porta a porta! Non è una sorpresa, né uno scandalo. È nota la sua fissazione per la mondezza, con ripetute invettive in campagna elettorale. È singolare, però, come in una fase di recessione economica mondiale, con scenari completamente cambiati, Canti proceda come un automa, programmato e teso solamente a smantellare (come peraltro già fatto con tanti altri progetti avviati, dal Bio, alla rotonda di Murata, diventata ormai un incompiuto, per di più pericoloso per la viabilità) un piano sviluppato negli ultimi dieci anni. Per carità, è una scelta legittima, magari condivisa con i figli della decrescita felice suoi colleghi di maggioranza. Una scelta – verrebbe da dire – non proprio allineata alle posizioni di un collega di partito del Segretario Canti, di cui prendiamo a prestito un pensiero, un’ode al porta a porta: “anche il Centro Storico di Borgo Maggiore, parte integrante del sito Unesco, si appresta ad intraprendere un percorso virtuoso già iniziato nel Centro Storico di Città e nel Castello di Chiesanuova e Fiorentino. Si tratta di primi importanti passi per fare della Repubblica di San Marino un modello innovativo nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti in una logica di sostenibilità ambientale ed economica per il territorio”. Un modello allora innovativo, quindi, ed oggi magicamente non più sostenibile, a detta del Governo. Una domanda sorge spontanea: non si poteva scoprire qualche milione di euro fa? E, soprattutto, nella rivoluzione della mondezza 2.0, l’Azienda Autonoma di Stato per i Servizi, ed anche le Giunte di Castello, che ruolo hanno avuto o avranno? È stato fatto un piano sugli impatti del bilancio AASS? Dove saranno costruite le decine di isole e chi le pagherà? Inoltre, nel tempo del distanziamento sociale, come si accederà alle isole, visto che uno dei vantaggi del porta a porta è anche quello di non esporre i Cittadini a rischi di contagio per il conferimento dei rifiuti? Il Governo è consapevole che campagne condivise, come quella della lotta alla plastica, andranno riviste, oppure che una nuova tipologia di rifiuto, come mascherine e guanti, che purtroppo iniziano a popolare strade e parchi, sta diventando terribilmente attuale? A voler sorridere amaramente, dovremmo ammettere che sono veramente lontani i tempi in cui il nostro Paese ambiva ad essere tra i primi nell’attuazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU. Ultimo punto: nel ragionamento sulla mondezza 2.0 è assente il tema dell’autonomia rispetto all’esterno. Ad esclusione di carta e umido, la dipendenza dall’esterno, infatti, è, e sarà, sempre più totale. In tempi di lockdown e recessione, limitarsi a vaghi riferimenti sull’economia circolare, suggestivi, per carità, potrebbe essere un altro errore fatale, per di più dal costo di qualche altra decina di milioni di euro, pagato dai contribuenti, cioè da tutti noi. Repubblica Futura ritiene che andrebbero fatte riflessioni più ponderate, considerando che gli scenari della campagna elettorale sono cambiati e che AASS non è una slot machine che spara soldi ad libitum. Ad oggi manca una tariffa per la gestione dei rifiuti, manca uno scenario globale sullo sviluppo del Paese in piena recessione, non ci sono stati approfondimenti sulla fattibilità economica e operativa di sistema circa lo smaltimento dei rifiuti in territorio, alla luce delle attuali condizioni economiche e di cosa potrà accadere nei rapporti con il circondario. L’euforia post ibernazione può essere uno status comprensibile. Non vorremmo però che dopo il virus, dopo la crisi economica e i problemi di bilancio, partisse anche l’emergenza mondezza.
Repubblica Futura