Residenze atipiche pensionati: cambiano i requisiti, ma il danno è fatto!

Residenze atipiche pensionati: cambiano i requisiti, ma il danno è fatto!.

Visti i disastri prodotti dalle residenze atipiche a fiscalità agevolata, in particolare quelle per i pensionati facoltosi, il Governo ha deciso di “porre rimedio”, riducendo il danno in prospettiva sul piano interno, ma nient’affatto in termini di reputazione verso l’esterno. Infatti, il nostro Paese è salito di nuovo agli “onori delle cronache” della stampa italiana, nuovamente dipinto come un paradiso fiscale, nonostante le restrizioni introdotte. Immaginiamo che la politica penserà, ancora una volta, che la burrasca passerà e nessuno se ne ricorderà più fra qualche mese. In realtà, dall’esterno ci guardano molto più da vicino di quanto si pensi e gli errori si pagano per lungo tempo. Si poteva mettere fine a questa situazione, ma invece ha prevalso l’idea di limitarsi ad innalzare i requisiti, confidando che l’enorme numero di richieste di residenze a fiscalità agevolata si ridurrà. In effetti, il numero di pensionati italiani con pensioni superiori a 120.000 euro annui sono decisamente meno di quelli che ne percepiscono 50.000. Per dare un metro di misura, l’INPS ha certificato che nel 2023 i secondi sono circa 750mila, mentre per la prima casistica occorre andare per induzione: la “classifica” si ferma alle pensioni superiori a 5.000 euro mensili, ovvero 65.000 annui, che sono circa 415.000. Se ne può dedurre che le pensioni di importo superiore a 120mila euro annui siano poche decine di migliaia, comunque un bacino non irrilevante. Se l’effetto in termini di riduzione delle richieste dovrebbe essere scontato, non altrettanto lo è per quanto concerne la discesa del costo degli affitti e dei prezzi per l’acquisto degli immobili, lievitati in maniera folle negli ultimi anni. Infatti, non è detto che i detentori del patrimonio immobiliare non vogliano prima stare a vedere se qualche decina di richieste all’anno continuerà ad arrivare. Molti di coloro che negavano ci fosse una diretta correlazione tra questo fenomeno e le richieste di residenze atipiche pare si siano ricreduti, ma ormai il danno è fatto e lo pagano in particolare i nostri giovani, costretti a rimanere in famiglia o a cercare altri lidi. Pubblichiamo lo stralcio di una e-mail, ricevuta a fine settembre come commento ad uno dei nostri comunicati, da un pensionato italiano che aspirava a trasferirsi a San Marino, salvo poi fare marcia indietro. Precisiamo che non si tratta di una mail anonima, ma non abbiamo verificato se l’identità sia autentica. “Ho preparato tutti i documenti per richiedere da pensionato la residenza atipica a San Marino. Tutto fatto compreso la pattuizione per l'acquisto di immobile monolocale 40 mq a 90.000 euro usato. In alternativa avrei stipulato contratto di affitto a 950 euro mensili. Ho effettuato il versamento di 1.000 euro alla conservatoria come previsto da allegare alla domanda non ancora presentata. Fatto ciò” ….. “il prezzo del monolocale è schizzato a 142.000 euro, prendere o lasciare, il tutto in 4 giorni. Lascio! Contatto per siglare il contratto di affitto che schizza a 1.350 euro al mese. Prendere o lasciare. Lascio.” Una storia assolutamente verosimile, visto che ha molte similitudini con le testimonianze di diversi cittadini che cercano casa. La speculazione ha quindi trovato nuovo terreno fertile proprio grazie alle residenze a fiscalità agevolata. Gli annunci del Governo rispetto a provvedimenti a sostegno del diritto alla casa sono stati innumerevoli. Per il momento, nella legge di bilancio e nel PdL collegato non ce n’è traccia. Staremo a vedere!

cs Enzo Merlini - Segretario Generale CSdL

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