Rete: abbiamo assistito atto di fine legislatura
Un’ultima considerazione, in quest'aula non stiamo facendo opera legislativa ma stiamo facendo campagna elettorale oramai da qualche mese a questa parte, oggi in maniera evidente. Ma non solo campagna elettorale perché quella sarà successiva alla campagna referendaria. E non si perde occasione di tirare fuori un referendum su quattro, l’unico che crea problemi e che sta tenendo in piedi un governo che altrimenti sarebbe già caduto. Altrimenti non mi spiego il motivo per cui la sede centrale della Democrazia Cristiana ha iniziato a contattare i cittadini nei giorni scorsi per fare il comitato contrario. E nonostante questo noi oggi discutiamo una proposta di modifica di legge che richiede di allungare i tempi per la costituzione del comitato contrario. Perché mica lo sappiamo oggi che verrà fato un comitato contrario, lo sapremo tra venti giorni, nell’ultimo momento disponibile.
Infine un’ultima considerazione, molto probabilmente sbagliata, e forse una sfida. Quest’aula consigliare ha decretato un Ordine del giorno che prevedeva una modifica della governance di Cassa di Risparmio, aveva una priorità. Ma mi pare che oggi quella priorità sia slittata perché, se viene portata avanti, alcune parti, quelle che sostengono il no al referendum, perdono l’appoggio della Democrazia Cristiana su quel referendum. Allora pur di godere dell'appoggio della Democrazia Cristiana per il no si lascia perdere Cassa di Risparmio… lo faremo dopo.
Allora bisogna dire alla cittadinanza in maniera onesta che il dibattito generale in comma comunicazioni, quello che si gioca sui referendum, non è assolutamente un dibattito referendario ma è un dibattito degli equilibri politici di coloro che sono disponibili a posticipare quelle che fino a ieri hanno considerato priorità del paese pur di portare avanti dei progetti ai quali evidentemente tengono in maniera molto intima. Questo è il punto per cui ci faremo interpreti nei confronti della cittadinanza. Come per altre occasioni i referendum vengono trasformati da parte della maggioranza, proprio quella che ha più da perdere, in un referendum politico. Ci invitate a nozze, ci stiamo e lo faremo!