Rete: "Amministratori ex banca CIS: chiamati alle responsabilità"
Nella sessione del Consiglio Grande e Generale appena conclusa un altro tema che ha tenuto banco è stata la vicenda Banca Nazionale Sammarinese (BNS). Dobbiamo ricordare che i depositi presenti in Banca CIS alla data del commissariamento - per 19 milioni di euro - sono stati trasformati nel capitale sociale (detenuto da Banca Centrale di San Marino) della nuova banca sorta sulle ceneri del CIS. Con questo provvedimento lo Stato andrà ad acquistare le azioni da BCSM non al valore nominale, ma a quello aggiornato sulla scorta delle eventuali perdite degli ultimi esercizi di bilancio. Nel contempo è stato emesso anche il Decreto Delegato che va a definire la nuova mission di BNS che prevede la cessazione dell’attività bancaria, ma dovrà gestire gli attivi e passivi attraverso un veicolo di recupero NPL al fine di rimborsare le obbligazioni emesse a fronte dei depositi dei clienti. Su BNS va fatta chiarezza: è necessario comprendere se sono state avviate le azioni di responsabilità verso chi ha mal gestito l’Istituto, elemento fondante della legge sulle risoluzioni bancarie. Bisogna capire a quanto ammonta il buco in CIS, vanno ricercate le responsabilità di chi ha concesso allegramente i crediti e chi soprattutto non sta pagando. È un atto dovuto perché lo Stato ha garantito tutti i depositi e i cittadini si ritrovano sulle spalle i debiti lasciati dagli amministratori del CIS, che devono essere chiamati a rispondere – personalmente e in solido – dei danni arrecati all’istituto di credito e, di conseguenza, alla collettività.
Comunicato stampa
Movimento RETE