Rete chiede di fare luce sulle responsabilità delle crisi bancarie sul Titano
Qualche giorno fa RETE ha depositato un’importante interrogazione al Congresso di Stato, chiedendo chiarezza e trasparenza sulla gestione delle responsabilità emerse dalle crisi bancarie che hanno colpito il nostro Paese, in particolare riguardo al caso Banca CIS. L’interrogazione si riferisce alla delibera del novembre 2020, con la quale il Congresso di Stato aveva dato mandato all’Avvocatura di Stato di verificare i presupposti per avviare azioni cautelari, sia civili che penali, sui patrimoni delle persone coinvolte nelle irregolarità evidenziate dalla Relazione della Commissione Consiliare d’Inchiesta. Chiediamo di conoscere quali azioni siano state intraprese per tutelare il Paese, se siano stati sequestrati beni e risorse, e quali risultati siano stati ottenuti, con particolare attenzione alle verifiche su Trust e fiduciarie, sia a San Marino che in Italia. Se per i sequestri cautelativi a San Marino siamo certi che qualcosa sia stato fatto, anche a seguito delle sentenze di condanna nel frattempo arrivate, sul resto non disponiamo di aggiornamenti da due anni a questa parte. Inoltre, viene chiesto se anche Cassa di Risparmio e Banca Centrale abbiano avviato azioni simili sul patrimonio delle persone coinvolte e se siano stati richiesti e ottenuti sequestri conservativi a livello nazionale e internazionale. Le motivazioni di questa interrogazione sono evidenti: è fondamentale che il patrimonio sottratto illegittimamente al nostro sistema venga recuperato e che ogni azione possibile venga intrapresa per garantire giustizia. Una questione di responsabilità politica e amministrativa, volta a proteggere gli interessi dello Stato e dei suoi cittadini. Infine, si chiede se sia stata data comunicazione ufficiale alle autorità italiane riguardo alle condanne di cittadini italiani coinvolti, tra cui Francesco Confuorti, figura chiave nel caso, e se siano state intraprese misure adeguate anche su scala internazionale. Il capitolo non potrà essere considerato chiuso finché chi è stato condannato in via definitiva, come l’ex direttore di banca CIS Daniele Guidi, non ripagherà i danni provocati ai sammarinesi. Perciò è indispensabile un’azione coordinata per la tutela del patrimonio pubblico e il ripristino della fiducia nelle Istituzioni.
cs RETE
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