Rete: codice deontologico, nessuna volontà di ingerenza
Gli emendamenti da noi proposti, approvati da una larga maggioranza consiliare su invito del Segretario di Stato Podeschi, vanno a definire la trattazione del tema dei sondaggi per cui si richiede ai giornalisti di citare le fonti; il tema della discriminazione, per la quale abbiamo voluto specificare che non esistono opportunità di deroga; lo stesso tema della discrezionalità ritorna nell'emendamento relativo alle violazioni del codice. Un altro emendamento infine ha accordato, alla Consulta, la facoltà di ascoltare in audizione le persone che effettuano segnalazioni.
Siamo pertanto contenti che il Segretario di Stato abbia inteso recepire le nostre proposte e che la maggioranza le abbia confermate con il proprio voto favorevole.
Nessuna volontà di stravolgimento del codice deontologico dunque, e nessuna volontà di ingerenza.
Se un decreto viene portato all'attenzione dell'aula consiliare è un nostro diritto discuterlo, ma soprattutto un dovere in quanto forza di opposizione. Infatti il codice deontologico non è stato sottoposto all’aula come mera presa d'atto, ma come decreto da ratificare, firmato dalla Ecc.ma Reggenza e come da regolamento si tratta di un atto normativo su cui l’aula porta proposte.
Ci spiace che l'intervento all'interno di questo decreto sia stato percepito come una volontà di ingerenza della politica, invece che come un contributo costruttivo. Considerato anche che il nostro movimento è stato tra quelli che più si sono battuti per la modifica della Legge sull'Editoria e che ha supportato il Commissario per i Diritti Umani durante la sua missione a San Marino.
comunicato stampa
Movimento RETE