Rete: doveroso ponderare a dovere scelte che comportano un’alienazione definitiva di terreni pubblici
RETE crede sia doveroso ponderare a dovere scelte che comportano un’alienazione definitiva di terreni pubblici, esistendo già all’interno dell’impianto normativo sammarinese alternative per permettere ai privati di espandersi, senza per questo ridurre in modo irreversibile il patrimonio disponibile dello Stato. Ci chiediamo, tuttavia, perché non si possa propendere per soluzioni quali la concessione d’uso pluriennale, il diritto di superfice, permute con altri beni o, quantomeno, alienare i terreni ad un valore di mercato tale da permettere di potere reinvestire il ricavato in altri terreni, iniziative a favore dell’ambiente o, in generale, iniziative che potrebbero apportare un miglioramento al territorio. Tutto ciò, in particolare, nel momento in cui si è in fase di analisi avanzata del nuovo Piano Regolatore Generale, il quale, a nostro avviso, dovrà descrivere le future linee di definizione del territorio, contemperando le esigenze delle imprese con la tutela del patrimonio territoriale sammarinese, in discontinuità con la frammentazione vista in passato. Se comprendiamo il valore occupazionale ed economico che alcune importanti realtà abbiano a San Marino e che sia quindi compito della Politica fornire loro gli strumenti per potersi espandere e progredire, non possiamo soprassedere su situazioni di abusi edilizi e mancati controlli come nulla fosse, ritenendo che - in questo caso – chiunque debba essere trattato alla stessa maniera. Queste perplessità sono sempre state condivise con il Segretario di Stato al Territorio e con la maggioranza, che ha deciso di proseguire il percorso da loro ritenuto più corretto, come è legittimo che sia; cionondimeno, rivendichiamo l’altrettanto legittimo il diritto di esprimere democraticamente la nostra posizione dissenziente. Al termine del dibattito il Segretario al Territorio ha ritirato le pratiche, dopo che Libera ha dichiarato di non volere più sostenere le proposte di vendita, se l’Ordine del Giorno da loro riproposto (e già respinto in Commissione IV) non fosse stato approvato dall’Aula, rimangiandosi quella posizione favorevole ad ogni costo che andavano esprimendo da mesi.
Movimento RETE