Siamo preoccupati. Preoccupati che 10 milioni di euro siano stati spostati dai fondi pensione a fondi ad alto rischio, non garantiti e oltretutto in Lussemburgo. Non si può rischiare di perdere soldi che sono di proprietà dei lavoratori, soldi che lo Stato deve limitarsi solo ad amministrare e non a investire come se fossero somme in suo possesso.
Chiunque gestisca l’economia della propria famiglia sa che rischiare i propri soldi in fondi non garantiti è un azzardo e piuttosto preferisce guadagnare meno ma in modo sicuro. Per questo le voci che la nostra futura pensione sia stata investita in fondi pericolosi ci fanno sobbalzare dalla sedia. Ma soprattutto ci fanno preoccupare le non risposte del Segretario Mussoni che in aula, in seguito a precise domande, evita il confronto ma poi si concede a una breve intervista davanti alle telecamere dove afferma, sempre sviando la risposta, di avere fiducia nel lavoro del Consiglio per la Previdenza. Quest’ultimo ha recentemente dichiarato in una nota stampa “il Consiglio per la Previdenza, che per Legge non può essere composto da esperti del settore finanziario, ha scelto di avvalersi di un consulente che assista il Consiglio in questo attento e graduale percorso di diversificazione degli investimenti e, quindi, del rischio.”
Anche se nessuno lo nomina (e non si capisce il motivo visto che i documenti sono pubblici) il consulente è Ivan Simetovic, che noi non conosciamo e sulla cui professionalità non ci permettiamo di discutere.
Ma il comunicato emesso dal Consiglio di Previdenza rimane oscuro su molti punti che invece dovrebbero essere trasparenti per i lavoratori i cui soldi vengono utilizzati per investimenti. Non specifica in quale “prodotto” siano stati investiti i nostri 10 milioni di euro. Si limita a dire che è un prodotto di un gestore internazionale con un bassissimo grado di rischio. Noi ce lo auguriamo, ma sarebbe il caso di specificare la tipologia di prodotto, il nome del gestore, e tutte le informazioni che permettano ai proprietari dei soldi, cioè i lavoratori, di capire come e dove siano stati investiti.
Senza contare poi, ma questo è un problema del governo intero e non del Consiglio di Previdenza, che prima di effettuare interventi di questa natura sarebbe il caso di informare la cittadinanza e il Consiglio Grande e Generale.
Per cercare di avere informazioni più chiare ,abbiamo depositato un’interpellanza in cui domandiamo al governo:
-quali siano i motivi per l’attivazione di tale incarico e per quale motivo il Comitato Esecutivo abbia stabilito che occorresse trovare forme alternative di investimento dei fondi pensione;
-quali siano gli obiettivi e le direttive indicate dal Consiglio di Previdenza rispetto alle possibilità di investimento dei fondi pensione, in particolare per quanto riguarda il profilo di rischio di tali investimenti;
-se ritenga che il profilo di rischio dell’investimento sia opportuno per un fondo pensione. Cosa intenda il Consiglio per rischio “calcolato” e se lo stesso ritenga di essere stato messo nelle condizioni di decidere con consapevolezza rispetto alla destinazione dell’investimento;
-cosa si intenda per “forme alternative di investimento” e quali siano le opzioni considerate in tal merito;
-in che modo sia stata individuata la figura del Dott. Ivan Simetovic e in base a quali criteri (se sia stato fatto un bando di concorso ecc…). Se siano stati valutati altri profili o altre figure figure e per quale motivo;
-quali siano le imprese estere o i gestori internazionali per conto delle quali egli funge da intermediario o con cui egli conduca affari;
-quali siano le proposte di investimento citate in delibera giunte da banche e soggetti autorizzati (se ne chiede copia). Quale sia l’analisi da parte di Banca Centrale rispetto a tali proposte (se ne chiede copia). Quale la posizione del Consiglio di Previdenza a riguardo;
-se risulti vero che una somma equivalente a euro 10 milioni di euro relativa ai fondi pensione in Banca di San Marino sia stata investita in un fondo lussemburghese non garantito;
-quale sia il gestore internazionale scelto, come sia stato individuato ed in base a quali criteri. Dove si trovi la sede di tale gestore, documentandone la struttura;
-si richiede dove siano stati investiti quei fondi, quale strumento finanziario sia stato usato ed i relativi dati, quale sia la garanzia sul capitale ed il profilo di rischio;
-si richiede il track record per verificare l’affidabilità dell’investimento;
-dove fossero investiti prima quei 10 milioni di euro, con storico del rendimento;
-se vi sia l’intenzione di investire ulteriori somme in altri prodotti della stessa natura o comunque se intenda valutare ulteriori “forme alternative di investimento”;
-se il Congresso di Stato pensi che valga la pena aumentare il rischio dell’investimento dei fondi pensione pur di guadagnare un po’ di più, o al contrario creda che prima di tutto occorra avere garanzie sul sostentamento dei lavoratori una volta terminata l’età lavorativa;
-Se il Congresso di Stato ritenga opportuno che un intervento di tale natura venga svolto in segretezza, senza ampia discussione con i diretti interessati, e senza discussioni in Consiglio.
Movimento RETE
Chiunque gestisca l’economia della propria famiglia sa che rischiare i propri soldi in fondi non garantiti è un azzardo e piuttosto preferisce guadagnare meno ma in modo sicuro. Per questo le voci che la nostra futura pensione sia stata investita in fondi pericolosi ci fanno sobbalzare dalla sedia. Ma soprattutto ci fanno preoccupare le non risposte del Segretario Mussoni che in aula, in seguito a precise domande, evita il confronto ma poi si concede a una breve intervista davanti alle telecamere dove afferma, sempre sviando la risposta, di avere fiducia nel lavoro del Consiglio per la Previdenza. Quest’ultimo ha recentemente dichiarato in una nota stampa “il Consiglio per la Previdenza, che per Legge non può essere composto da esperti del settore finanziario, ha scelto di avvalersi di un consulente che assista il Consiglio in questo attento e graduale percorso di diversificazione degli investimenti e, quindi, del rischio.”
Anche se nessuno lo nomina (e non si capisce il motivo visto che i documenti sono pubblici) il consulente è Ivan Simetovic, che noi non conosciamo e sulla cui professionalità non ci permettiamo di discutere.
Ma il comunicato emesso dal Consiglio di Previdenza rimane oscuro su molti punti che invece dovrebbero essere trasparenti per i lavoratori i cui soldi vengono utilizzati per investimenti. Non specifica in quale “prodotto” siano stati investiti i nostri 10 milioni di euro. Si limita a dire che è un prodotto di un gestore internazionale con un bassissimo grado di rischio. Noi ce lo auguriamo, ma sarebbe il caso di specificare la tipologia di prodotto, il nome del gestore, e tutte le informazioni che permettano ai proprietari dei soldi, cioè i lavoratori, di capire come e dove siano stati investiti.
Senza contare poi, ma questo è un problema del governo intero e non del Consiglio di Previdenza, che prima di effettuare interventi di questa natura sarebbe il caso di informare la cittadinanza e il Consiglio Grande e Generale.
Per cercare di avere informazioni più chiare ,abbiamo depositato un’interpellanza in cui domandiamo al governo:
-quali siano i motivi per l’attivazione di tale incarico e per quale motivo il Comitato Esecutivo abbia stabilito che occorresse trovare forme alternative di investimento dei fondi pensione;
-quali siano gli obiettivi e le direttive indicate dal Consiglio di Previdenza rispetto alle possibilità di investimento dei fondi pensione, in particolare per quanto riguarda il profilo di rischio di tali investimenti;
-se ritenga che il profilo di rischio dell’investimento sia opportuno per un fondo pensione. Cosa intenda il Consiglio per rischio “calcolato” e se lo stesso ritenga di essere stato messo nelle condizioni di decidere con consapevolezza rispetto alla destinazione dell’investimento;
-cosa si intenda per “forme alternative di investimento” e quali siano le opzioni considerate in tal merito;
-in che modo sia stata individuata la figura del Dott. Ivan Simetovic e in base a quali criteri (se sia stato fatto un bando di concorso ecc…). Se siano stati valutati altri profili o altre figure figure e per quale motivo;
-quali siano le imprese estere o i gestori internazionali per conto delle quali egli funge da intermediario o con cui egli conduca affari;
-quali siano le proposte di investimento citate in delibera giunte da banche e soggetti autorizzati (se ne chiede copia). Quale sia l’analisi da parte di Banca Centrale rispetto a tali proposte (se ne chiede copia). Quale la posizione del Consiglio di Previdenza a riguardo;
-se risulti vero che una somma equivalente a euro 10 milioni di euro relativa ai fondi pensione in Banca di San Marino sia stata investita in un fondo lussemburghese non garantito;
-quale sia il gestore internazionale scelto, come sia stato individuato ed in base a quali criteri. Dove si trovi la sede di tale gestore, documentandone la struttura;
-si richiede dove siano stati investiti quei fondi, quale strumento finanziario sia stato usato ed i relativi dati, quale sia la garanzia sul capitale ed il profilo di rischio;
-si richiede il track record per verificare l’affidabilità dell’investimento;
-dove fossero investiti prima quei 10 milioni di euro, con storico del rendimento;
-se vi sia l’intenzione di investire ulteriori somme in altri prodotti della stessa natura o comunque se intenda valutare ulteriori “forme alternative di investimento”;
-se il Congresso di Stato pensi che valga la pena aumentare il rischio dell’investimento dei fondi pensione pur di guadagnare un po’ di più, o al contrario creda che prima di tutto occorra avere garanzie sul sostentamento dei lavoratori una volta terminata l’età lavorativa;
-Se il Congresso di Stato ritenga opportuno che un intervento di tale natura venga svolto in segretezza, senza ampia discussione con i diretti interessati, e senza discussioni in Consiglio.
Movimento RETE
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