Rete: "Gioco d’azzardo on line, la nuova frontiera degli affari criminali"
Tra gli arrestati spuntano i nomi di Nicola Femia e Luigi Tancredi. Il primo, è un boss della ‘ndrangheta già conosciuto sul Titano per riciclaggio di 1,3 milioni euro frutto di traffico di droga e armi (denaro movimentato attraverso il conto di sua figlia Guendalina presso l’Istituto Bancario Sammarinese su cui erano delegati ad operare anche il padre e il fidanzato Giannalberto Campagna). Il secondo, Luigi Tancredi, è conosciuto come “il re delle slot” e, secondo gli inquirenti, è lui il fulcro del sistema. I suoi legami con ‘ndrangheta e camorra, in particolare con il clan dei Casalesi (famiglia di Michele Zagaria), gli consentivano di collocare negli esercizi pubblici le postazioni per giocare. I gestori ci guadagnavano il 10% e i clan mafiosi circa 50-60 mila euro al mese.
Anche Tancredi non è che sia proprio sconosciuto a San Marino. Era lui il “gestore di fatto” della finanziaria Fingestus, attraverso cui versava assegni provenienti dal gioco d’azzardo illegale on line ed era lui il “gestore di fatto” della società Micro Immobili srl con sede a Dogana, utilizzata per l’intestazione di un immobile del valore di oltre 190mila euro in Basilicata. La società ha ricevuto il rilascio della licenza direttamente dal Congresso di Stato (cioè dai Segretari) nel 2006 e, fino ad oggi, ha cambiato diversi amministratori tra i quali spicca il napoletano Salvatore Ferrara, braccio destro di Tancredi sul Titano e amministratore della Micro Immobili fino al 2010. Anche Ferrara è tra gli arrestati dell’indagine della DDA. Oggi la società è amministrata da tale Rocco Tancredi, probabilmente parente del “re delle slot”.
Durante il Consiglio Grande e Generale di gennaio abbiamo chiesto la revoca della licenza da parte del Congresso ma a tutt’oggi non abbiamo ricevuto riscontro e quindi la Micro Immobili, con tutto quello è successo, pare sia ancora attiva. Occorre sottolineare, per la milionesima volta, che il potere concessorio del Congresso di Stato (cioè il suo potere di concedere e revocare alcuni tipi di licenza) non costituisce garanzia di incorruttibilità delle attività economiche, al contrario le indagini sulla tangentopoli nostrana evidenziano come questo potere sia stato oggetto di abusi e sfruttato per ricevere mazzette.
Occorre sottolineare anche come questa inchiesta italiana porti alla luce un nuovo settore in cui operano le mafie, e cioè il gioco d’azzardo on line. Vista la facilità di guadagno, la pericolosità delle persone che gravitano attorno a queste attività, l’impreparazione sammarinese di fronte a questi avvenimenti e la superficialità dei controlli nostrani, sarebbe il caso di fare tesoro di queste informazioni per dotarsi degli strumenti adatti a prevenire e contrastare reati di questo genere. Perché non si tratta di un episodio sporadico ma della “nuova frontiera degli affari criminali”, come l’ha definita la Commissione parlamentare antimafia italiana.
Il gioco d’azzardo oggi come la piazza finanziaria di vent’anni fa. Un’occasione ghiotta per riciclatori seriali (e non) e soprattutto per la criminalità organizzata che trovano nel gioco on line una facilità di riciclaggio che le banche non garantiscono più. “Rende più della droga” dice uno degli indagati durante un’intercettazione. E, oltretutto, si rischia una pena molto più lieve.
Comunicato stampa
Movimento RETE