RETE: Il pacchetto degli oltre 80 decreti in discussione era evidentemente ispirato alla solita logica volta a soddisfare gli appetiti di “qualcuno”
Era noto che la sessione del Consiglio Grande e Generale conclusasi venerdì scorso sarebbe stata dedicata ai decreti della scorsa legislatura. Il pacchetto degli oltre 80 decreti in discussione, emesso allora senza confronto e senza discussione, era evidentemente ispirato alla solita logica volta a soddisfare gli appetiti di “qualcuno”, in ottica speculativa e pre-elettorale.
Viceversa, non era affatto scontata la scelta del nuovo Governo, con dentro una forza di rottura (si sperava) come Libera, nel riproporli identici a loro stessi. Una decisione quella di Libera e dei suoi Segretari di Stato di avallare e reiterare sciagurate scelte politiche altrui, che lascia sgomenti chi vede nella sinistra una speranza di cambiamento.
Così ci si è trovati a discutere del “decreto Autoscuole”, che fissa per legge a due le licenze detenibili sul Titano, cristallizzando un duopolio a tutto vantaggio di un attuale consigliere DC.
Cosi ci si è trovati a discutere dell’indegno “decreto sulla cogenerazione”, talmente spudorato e imbarazzante nella sua prima stesura, che alcuni consiglieri di maggioranza ne hanno preso le distanze, ammettendo che andava modificato. Il testo uscito dopo la furibonda battaglia parlamentare condotta da RETE, che ha presentato la quasi totalità degli emendamenti, non ci soddisfa affatto ma almeno vede disinnescate alcune indecenti previsioni che erano state introdotte, come la possibilità di rivendere il surplus di energia all’AASS, il che avrebbe certamente portato imprenditori di pochi scrupoli a considerarla una via per far soldi facili.
Restano intatte, e purtroppo ratificate in aula, tutte le criticità quali quella di poter costruire impianti sovradimensionati rispetto al fabbisogno, strutture inquinanti dalla scarsa efficienza e resa che bruciano in territorio molto più gas (e questa non è cogenerazione).
L’unico impianto già presente in Repubblica, quello della Cartiera Ciacci, nasce vecchio e solleva più di una perplessità in ordine alla sicurezza, dal momento che il suo “gemello” attivo a Brescia è esploso, come ha confermato il Segretario Canti nel suo intervento. Ma a Gualdicciolo sono preoccupati anche per le conseguenze potenzialmente drammatiche in termini di inquinamento generale, quello acustico, quello dell'aria e su altri aspetti riguardanti la sicurezza, vista la richiesta di porre una nuova linea interrata di gas a 15 bar che dal confine arriva alla Cartiera attraversando il centro abitato. Insomma, sulla cogenerazione l’occasione per fare in Consiglio una buona legge, discussa e condivisa, naufraga di fronte alla necessità del Governo di saldare un debito elettorale.
Pare che Il tema del debito sia piuttosto caro a questo Governo, visto che già al suo primo insediamento si è premurato di “onorare” quelli stipulati prima delle elezioni.
Comunicato stampa
RETE
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