Bene fa la CSU a mantenere l'attenzione alta sul tema del taglio all’indennità di malattia visto che ormai tutti hanno compreso l’incapacità del provvedimento di contrastare gli abusi e, soprattutto, il suo effetto devastante sui veri malati gravi.
Leggiamo sul comunicato: ”La CSU ha così promosso una raccolta di firme per far sentire forte e chiara la protesta contro un provvedimento che ha provocato una forte e inaccettabile decurtazione della indennità malattia. Firme necessarie per far rispettare gli accordi o, in alternativa, per cancellare l’articolo della Finanziaria 2015 che ha introdotto le penalizzazioni”.
È quell’ “o in alternativa” che crea confusione. Le firme a cosa servono? A far entrare in vigore l’accordo tra CSU e Segreteria Sanità o a cancellare del tutto l’articolo 48 approvato in finanziaria?
Perché si tratta di due proposte completamente diverse e affatto equiparabili!
Quella di eliminare definitivamente l’articolo era la posizione originaria della CSU, che RETE ha sempre sostenuto proponendo all’aula varie occasioni di abrogazione, mai prese in considerazione purtroppo. Di ben diversa stoffa invece ci pare la proposta di convalidare l’accordo che la CSU sottopose mesi fa alla Segreteria Sanità e che va semplicemente ad annacquare il provvedimento ingiusto voluto da Mussoni & co., tentando una sorta di patteggiamento su una norma a monte iniqua.
Ma se un provvedimento è sbagliato e tocca temi delicati come la malattia, non serve patteggiare quanto ristabilire il giusto principio!
Se un intervento è lesivo dei diritti dei malati gravi (e delle loro famiglie), non si dovrebbe cercare di renderlo meno lesivo ma eliminarlo per ripristinare il diritto originario. Per questo in diverse occasioni abbiamo proposto al Consiglio di cancellare l’articolo infame: con un ordine del giorno e con un emendamento in assestamento di bilancio, qualche settimana fa. Entrambi bocciati. Mentre si sono perse queste occasioni per cambiare le cose, non solo i “furbetti della mutua” hanno continuato ad approfittarne con la compiacenza di qualche medico, senza essere colpiti, ma tutti sono finiti nel “mucchione” mentre la gente perbene è obbligata a pagare anche per loro.
Se quindi la petizione va nella direzione di eliminare l’articolo, RETE darà tutta la propria disponibilità alla CSU, attivandosi per raccogliere le firme necessarie. Ma dica chiaramente se le firme serviranno a questo scopo o a convalidare l’accordo che, nei fatti, non cambia la sostanza della norma iniqua già esistente. Accordo che non condividiamo e che, pertanto, non sosterremo.
Movimento RETE
Leggiamo sul comunicato: ”La CSU ha così promosso una raccolta di firme per far sentire forte e chiara la protesta contro un provvedimento che ha provocato una forte e inaccettabile decurtazione della indennità malattia. Firme necessarie per far rispettare gli accordi o, in alternativa, per cancellare l’articolo della Finanziaria 2015 che ha introdotto le penalizzazioni”.
È quell’ “o in alternativa” che crea confusione. Le firme a cosa servono? A far entrare in vigore l’accordo tra CSU e Segreteria Sanità o a cancellare del tutto l’articolo 48 approvato in finanziaria?
Perché si tratta di due proposte completamente diverse e affatto equiparabili!
Quella di eliminare definitivamente l’articolo era la posizione originaria della CSU, che RETE ha sempre sostenuto proponendo all’aula varie occasioni di abrogazione, mai prese in considerazione purtroppo. Di ben diversa stoffa invece ci pare la proposta di convalidare l’accordo che la CSU sottopose mesi fa alla Segreteria Sanità e che va semplicemente ad annacquare il provvedimento ingiusto voluto da Mussoni & co., tentando una sorta di patteggiamento su una norma a monte iniqua.
Ma se un provvedimento è sbagliato e tocca temi delicati come la malattia, non serve patteggiare quanto ristabilire il giusto principio!
Se un intervento è lesivo dei diritti dei malati gravi (e delle loro famiglie), non si dovrebbe cercare di renderlo meno lesivo ma eliminarlo per ripristinare il diritto originario. Per questo in diverse occasioni abbiamo proposto al Consiglio di cancellare l’articolo infame: con un ordine del giorno e con un emendamento in assestamento di bilancio, qualche settimana fa. Entrambi bocciati. Mentre si sono perse queste occasioni per cambiare le cose, non solo i “furbetti della mutua” hanno continuato ad approfittarne con la compiacenza di qualche medico, senza essere colpiti, ma tutti sono finiti nel “mucchione” mentre la gente perbene è obbligata a pagare anche per loro.
Se quindi la petizione va nella direzione di eliminare l’articolo, RETE darà tutta la propria disponibilità alla CSU, attivandosi per raccogliere le firme necessarie. Ma dica chiaramente se le firme serviranno a questo scopo o a convalidare l’accordo che, nei fatti, non cambia la sostanza della norma iniqua già esistente. Accordo che non condividiamo e che, pertanto, non sosterremo.
Movimento RETE
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