Rete: l'Europa, una dea (ancora) velata
Facile dire “Europa”. Per niente facile capire cosa significhi, Europa. Ci sono voluti dodici anni e quattro governi per arrivare alla chiusura della trattativa e ora, dopo la parafatura, ancora il testo non è pubblico perché, a detta del Segretario agli Esteri Beccari, si aspetta il placet della UE. RETE ha sempre sostenuto il percorso dell’accordo quadro di associazione con l’Unione Europea. Ma per avere contezza di quello che ci aspetta e prepararsi adeguatamente, occorre conoscere i contenuti dell’accordo. Invece, i pochi dibattiti consiliari sul tema si ripetono immutati da mesi, sulla scia dell’improvvisazione. Durante l’ultimo, e solo dopo molte insistenze, il riferimento (una sorta di schema riassuntivo) elaborato dalla Segreteria di Stato per gli Affari Esteri è stato messo a disposizione dei Consiglieri, in forma riservata, a dibattito iniziato. Un metodo già visto, che impedisce qualsiasi tipo di approfondimento e risulta controproducente, perché alimenta lo scetticismo. Parliamoci chiaro: l’Europa è ormai una scelta ineludibile, si potrebbe quasi dire un obbligo per non rimanere isolati, per dare opportunità di sviluppo al nostro mercato, nuove possibilità formative e professionali ai giovani; per compiere quel salto culturale che ci consentirà di uscire dal nostro millenario guscio e smettere di pensare al nostro paese come una zona franca in cui replicare, sotto varie forme, finanza opaca e trucchetti contabili; un’occasione di migliorarci come paese, come singoli individui, come operatori economici e professionisti. Mettere in campo gli strumenti sia per gestire le criticità, sia per poter godere dei vantaggi, diventa quindi indispensabile. È stata ribadita l’importanza di immaginare gli scenari possibili relativi agli impatti conseguenti all’applicazione dell’accordo, e su questo concordiamo! Come dovranno cambiare l’amministrazione pubblica, le Istituzioni, quali normative dovremo introdurre, quali modificare? Questo sforzo di immaginazione e programmazione è impossibile se l’accordo continua a rimanere chiuso nei cassetti di Palazzo Begni! Ogni cambiamento importante porta con sé una dose di incertezza e variabilità impossibile da prevedere, e il rischio reale è che il vuoto informativo venga colmato da chiacchiere, pregiudizi e disinformazione. Perciò è urgente che la popolazione tutta sia messa a conoscenza dell’accordo, che abbia la possibilità di approfondirlo, dibatterne e capire come porsi rispetto a questa sfida storica che, se affrontata con il giusto spirito e il giusto metodo, potrebbe tirar fuori il meglio da ognuno di noi.
cs Movimento RETE
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