RETE-MDSI su caporalato e lavoro nero in Ospedale
Maggioranza e governo si dividono tra chi ammonisce “Tutti sapevano tutto” e chi “Noi non sapevamo nulla”. Ma le bugie hanno le gambe corte e le due parti sono più vicine di quanto possa sembrare, perché dietro alle pubbliche dichiarazioni si cela la completa indifferenza, nonostante siano tante le figure che avrebbero avuto il potere di intervenire in ogni momento. La stessa indifferenza si riscontra tra chi lavora dentro l’ospedale e dentro le istituzioni, da parte di quelle persone che sanno e fingono di non sapere, che vedono e fingono di non vedere, senza contare tutte quelle che sono direttamente coinvolte.
Tra queste persone – fuori e dentro l’ospedale - qualcuno che, invece, trova la forza di denunciare, esiste. Ed esistono cittadini che, da troppo tempo inascoltati dalle istituzioni, trovano il coraggio di fare un esposto in Tribunale e indire una conferenza stampa per accendere una luce potente sul caporalato in Ospedale, rimasto nell’ombra per troppo tempo.
Tutti sanno tutto? Si sa tutto da tempo? E allora perché non si è fatto niente per affrontare la situazione?
Sono pochi i cittadini che hanno la forza di mettersi in prima persona in una battaglia così aspra e pericolosa, anche per l’incolumità dei singoli. E non è giusto che siano privati cittadini a condurla. Perché non si sta parlando di casi isolati, ma di una fitta ragnatela che coinvolge tanti individui, a vario titolo.
E come spesso accade nel nostro strano paese, a seguito della conferenza stampa diversi membri delle istituzioni hanno preferito puntare il dito su chi ha denunciato la rete di illegalità invece di soffermarsi sulla gravità dei fatti riportati, invece di interrogarsi sulle ragioni che hanno portato queste persone a prendersi una responsabilità così grande. Così facendo, le istituzioni hanno nuovamente lasciato soli quei cittadini.
La nostra coalizione nell’ultimo anno ha più volte sollecitato le istituzioni a farsi carico del problema, sia all’interno del Consiglio Grande e Generale, sia nell’ambito di incontri privati. E anche noi abbiamo rilevato, purtroppo, l’evanescenza di chi - al di là delle belle parole- non ha mai concretamente affrontato le questioni del caporalato e del lavoro nero pur disponendo di tante informazioni. Un comportamento inaccettabile per chi – in politica o nell’amministrazione – è obbligato per legge a sporgere denuncia nel caso venga a conoscenza di attività illecite. Durante l’ultimo anno, oltre a cercare di sollecitare i canali istituzionali abbiamo raccolto tante segnalazioni. Tutte le nostre attività e tutto il materiale sono diventati oggetto di un esposto depositato in Tribunale.
Sarebbe importante che le istituzioni e la politica facessero quadrato attorno ai cittadini che si sono esposti e alle badanti che, loro malgrado, sono trascinate in un vortice che non poteva rimanere chiuso tra le mura dell’ospedale. Perché per ogni persona che sfrutta il lavoro nero, ci sono storie di persone sfruttate, spesso minacciate, storie di famiglie abbandonate dallo Stato, di anziani trattati come un peso. Storie che dovranno essere raccontate, a tempo debito. Nel frattempo, mentre mettiamo tutto il nostro impegno a colpire l’illegalità e l’indifferenza, occorre che ci attiviamo per creare canali di legalità percorribili e sicuri, per assistere la popolazione, per garantire i servizi e creare uno Stato virtuoso, consapevole e presente.
Comunicato stampa
Movimento RETE
Movimento Democratico San Marino Insieme