RETE-MDSI su Conto Mazzini: la politica ha imparato qualcosa?
Ad esempio occorre chiedersi se i meccanismi che hanno consentito all'associazione a delinquere di sfruttare ruoli e competenze istituzionali per instaurare un fitto sistema corruttivo, siano ancora presenti oppure no. La discrezionalità del Congresso di Stato che ha consentito agli ex Segretari di Stato di effettuare nomine clientelari, concedere contributi economici, rilasciare licenze, permessi e autorizzazioni in cambio di tangenti, è ancora presente?
La risposta è Sì. Non solo è ancora presente ma è stata ampliata: sempre più poteri sono concentrati nelle mani dei Segretari di Stato, incluse le sempreverdi nomine dei diplomatici e le trattative con gli imprenditori privati.
Il Tribunale sottolinea come il gruppo criminale abbia “occupato progressivamente ogni settore dell'economia e colonizzato ogni istituzione” e parla di “compiacente contiguità tra politica e amministrazione”. E allora viene difficile pensare che basti la condanna di qualche “big” per considerarsi un paese virtuoso. Risulta difficile limitarsi a considerare quello che è accaduto come un brutto passato da dimenticare: al contrario, quel passato è ancora ben presente e l'unico modo con cui farci i conti, è affrontarlo una volta per tutte. Come? Ad esempio promuovendo indagini ad ampio spettro all'interno delle istituzioni, degli enti autonomi specialmente negli ambiti in cui le dirigenze sono rimaste immutate da decenni; verificare inspiegabili “carriere” all'interno della PA o le modalità di concessioni di appalti e consulenze. Questo perché anche dalla documentazione del Tribunale risulta palese come i singoli imputati non avrebbero potuto fare nulla da soli se non fossero stati affiancati e protetti da una compagine ben organizzata.
E poi ci chiediamo: le persone che per anni, decenni, sono state compagne di governo e di partito di quelli che il tribunale definisce “sodali del gruppo criminale”, quale credibilità hanno oggi? Possibile che in tutti gli anni di militanza non si siano mai accorti di nulla? E i politici che per anni non si sono accorti di avere in casa (in coalizione o dentro il partito) una tale ragnatela di interessi incrociati, come possono pretendere, oggi, di essere credibili quando propagandano il loro impegno a tutela dell'intero paese?
Nell'ordinanza del marzo 2015, il Tribunale analizza l'evoluzione del sistema corruttivo dagli anni '90 al primo decennio del duemila. Attenzione: non dice che si è passati da un sistema sano ad uno corrotto, ma descrive l'evoluzione di un sistema già malato che con il passare degli anni ha trovato nuove formule ed escogitato nuovi sistemi, naturalmente sempre ben ammantati da una parvenza istituzionale di legalità, per riprodursi e per conservare il potere. Quindi quale legittimità hanno i governi che si sono susseguiti? Che legittimità hanno i provvedimenti, le leggi, i decreti, le nomine approvati da quei governi? Governi formati da partiti che hanno costruito molto de loro consenso con scambi di favori e tangenti. Con quale spirito la popolazione deve sottostare a leggi promulgate da una associazione a delinquere?
E se nonostante le prima condanne del tribunale il sistema non è cambiato, non si rischia che dopo il lavoro della magistratura venga cambiata la classe politica, i volti, ma non i contenuti, le modalità e gli obiettivi? Di certo le cifre delle sanzioni e delle confische sono da capogiro, ma non c'è prezzo per il danno culturale e sociale che la corruzione ha inferto, e tuttora infligge, alla nostra Repubblica. E se non vogliamo che la storia continui, le armi per combattere la corruzione in tutte le sue forme e tentativi di seduzione, rimangono nelle mani dei sammarinesi.
Perché la politica, almeno finora, non sembra aver imparato la lezione.
Movimento RETE
Movimento Democratico San Marino Insieme