RETE: le mistificazioni di Adesso.sm per evitare di prevenire la corruzione
C'è una bella differenza tra un giornalista a cui venga rimborsato un viaggio, in maniera documentata, perché utile e inerente al suo lavoro rispetto a un giornalista che accetti regalie o elargizioni per pilotare i contenuti dell'informazione e, quindi, pilotare l'opinione pubblica.
Il nostro intento era quello di sottolineare come i fatti di corruzione siano una materia da trattare in Tribunale e non solo di fronte ad un'Autorità di nomina politica come è, appunto, l'Autorità Garante dell'Informazione.
Se Adesso.sm riteneva che il nostro testo potesse essere migliorato, e magari ancor meglio indirizzato verso un inasprimento delle sanzioni relative ad illeciti corruttivi (come da noi auspicato), avrebbe potuto accogliere in Aula la nostra disponibilità a riformularlo, disponibilità da noi più volte manifestata ai microfoni. Invece, ha preferito trasformare un emendamento serio in una opportunità di denigrazione gratuita del lavoro svolto dal nostro gruppo, che tra l'altro ha contribuito a migliorare il decreto, quindi ha contribuito al lavoro del governo, dal momento che sono stati recepiti diversi dei nostri emendamenti.
Dispiace che su queste tematiche così delicate si preferisca mistificare piuttosto che approfondire. Comunque sia, al netto di tutte le considerazioni, il risultato della non accettazione del nostro emendamento, fa sì che se un'Operatore dell'informazione si rende protagonista di fatti corruttivi, al massimo si becca una sanzione disciplinare dall'Autorità Garante, se proprio gli va male la cancellazione dal registro. Così si combatte la corruzione? Non crediamo.
Ma c'è poco da dire, se non che l'astio dei Consiglieri di Adesso.sm nei confronti della nostra coalizione ha raggiunto ormai livelli talmente esasperati, che non si sono neppure accorti che alla fine del dibattito, tra i voti (palesi) favorevoli all'approvazione del codice deontologico, c'erano anche i nostri.
Movimento RETE