Rete Nazionale “Scuola in Presenza”: Doppia vittoria per la società civile al Tar Lazio, le scuole ora devono riaprire
….MA DAL 7 APRILE LA SCUOLA RESTERA’ CHIUSA! In base alle intenzioni del governo espresse dal Presidente Draghi durante la conferenza stampa di ieri per il provvedimento di prossima emanazione, LA SCUOLA RESTA CHIUSA. In Emilia Romagna, quasi 1 milione e quattrocentomila adolescenti e universitari resteranno reclusi in casa, a fronte di 365 mila studenti che potranno andare in presenza. Nella provincia di Rimini, a quasi 106 mila sarà imposto il prolungamento della Dad, mentre solo a poco più di 27 mila sarà consentito tornare in aula. Il TAR Lazio accoglie le istanze di richieste cautelari in ben due ricorsi di comitati appartenenti alla Rete e chiede al Governo di riesaminare la chiusura delle scuole, anche in zona rossa. Le norme sulla chiusura delle scuole non appaiono supportate da dati adeguati, come emerso dall’esame dei verbali del CTS e dalle informazioni fornite dall’Istituto di Sanità. L’interruzione della didattica in presenza ha un effetto moltiplicatore delle diseguaglianze sociali e l’urgenza della richiesta di riesame.
26 marzo 2021
Doppia vittoria al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio per i comitati aderenti alla Rete Nazionale “Scuola in Presenza”. Il TAR Lazio, Seziona Prima ha accolto la domanda cautelare formulata dai genitori del Comitato Ri(n)corriamo la scuola di Firenze contro il DPCM 2 marzo 2021 relativamente alla chiusura delle scuole in zona gialla e contro l’attivazione ingiustificata della Dad al 50% per le scuole superiori disposta dallo stesso DPCM. Lo stesso tribunale ha accolto, sempre in data odierna, anche la domanda cautelare presentata da un gruppo di genitori e di studenti e del Comitato “A Scuola!”, per la sospensione dell’efficacia del DPCM 2 marzo 2021 nella parte in cui ha disposto in zona rossa la sospensione delle attività didattiche in presenza delle scuole di ogni ordine e grado. Per entrambi i ricorsi, il TAR Lazio ha ordinato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di riesaminare le misure impugnate entro il 2 aprile 2021, riconoscendo che esse “non appaiono supportate da una adeguata istruttoria”. L’affermazione desta grave preoccupazione, ancor più se si aggiunge che il Collegio giudicante ha rilevato come dai verbali del CTS e dagli altri documenti prodotti in giudizio dall’Avvocatura dello Stato “non emergano indicazioni specifiche ostative alla riapertura delle scuole”. Infatti il TAR ha riconosciuto fondate le ragioni dei ricorrenti fiorentini i quali hanno sostenuto che “non esistono evidenze scientifiche solide e incontrovertibili circa il fatto che il contagio avvenuto in classe influisca sull’andamento generale del contagio, che l’aumento del contagio tra i soggetti in età scolastica sia legato all’apertura delle scuole, che la c.d. variante inglese si diffonda maggiormente nelle sole fasce d’età scolastiche”. Il TAR sembra suggerire al governo la strada da seguire, là dove evidenzia come il CTS non abbia “valutato la possibilità, nelle zone rosse, di disporre la sospensione delle attività didattiche solo per aree territoriali circoscritte, in ragione del possibile andamento diversificato dell’epidemia nella regione”. L’automatismo della misura applicata sull’intero territorio regionale classificato “zona rossa”, lascia dunque perplesso anche il TAR: per la sua rigidità e assolutezza, esso appare incompatibile, infatti, di per sé, con i limiti di proporzionalità e adeguatezza cui devono soggiacere anche i provvedimenti emergenziali. Spetta al Governo ora chiedere conto al CTS delle ragioni che lo hanno indotto a chiedere l’adozione di una siffatta drastica misura, misura che sta moltiplicando le diseguaglianze sociali e inducendo gravi danni alla salute fisica e psichica dei più giovani.
Per la scuola in presenza- Ragazzi a scuola (Rimini, Emilia-Romagna)
[Banner_Google_ADS]
Comunicato stampa
Rete Nazionale “Scuola in Presenza”