RETE: PRG, non possiamo permetterci di commettere gli errori del passato
Quando si parla di PRG si pensa inevitabilmente allo sviluppo del territorio, alla sua conformazione, alla sua sostenibilità, alle infrastrutture e alla tutela del paesaggio. A distanza di 30 anni abbiamo l’opportunità di ridisegnare il nostro paese, questo significa avere una visione complessiva a lungo termine concreta e sostenibile, tenendo in considerazione le dimensioni ridotte, le risorse limitate del nostro territorio e l’attuale realtà delle superfici edificate. Non possiamo permetterci di commettere gli errori del passato, serve un cambio di passo per non incorrere ancora nell’interpretazione delle norme che nel tempo ha stravolto il paese attraverso i Piani Particolareggiati e una Commissione Politiche Territoriali di nomina politica che ha avallato ogni modifica, per questo a nostro avviso va eliminata. La nuova pianificazione urbanistica e territoriale deve puntare a migliorare la qualità della vita dei cittadini cercando di ridurre il più possibile il consumo di suolo, dobbiamo tenere conto della commistione tra aree industriali e aree residenziali. Valutare la ricollocazione delle aree produttive puntando sulla creazione di servizi alle imprese, alla riqualificazione dei capannoni esistenti e alla compensazione territoriale. Identificare quali è utile sviluppare e quali eliminare andando progressivamente a spegnere nel tempo quelle aree non indicate a convivere con le aree residenziali. Dobbiamo pensare a progetti infrastrutturali strategici anche nell’ottica di una maggior autonomia di risorse (idriche, energetiche, etc.), una mobilità che consenta di creare un collegamento da e per il territorio per ridurre l’uso dell’auto e di conseguenza l'inquinamento nonché migliorare il flusso turistico. Dobbiamo attuare un piano casa che dia valore sociale alle abitazioni, che ne favorisca la vivibilità con collegamenti alle aree verdi per attuare una necessaria ricucitura urbana. Mancano però i dati sullo stato di fatto; quanti immobili esistenti e sfitti, le loro condizioni, lo stato del loro adeguamento energetico e via dicendo. L'ambiente va protetto e rispettato, vanno attuate tutte le azioni volte alla sostenibilità ambientale, alla sua tutela anche attraverso il controllo per proteggere il territorio e il paesaggio da destinare alle future generazioni. RETE si approccia con questo spirito e questa attenzione al percorso di riforma del Piano Regolatore Generale, inteso come nuovo strumento di pianificazione urbanistica che tenga conto delle peculiarità e caratteristiche del nostro territorio, che possa servire le esigenze di persone, famiglie e attività produttive in modo organico, equilibrato e sostenibile affinché si possa guardare al proprio patrimonio edilizio mettendolo al servizio della cittadinanza, rinnovandolo, razionalizzandolo e ammodernandolo, secondo una forma di società in continua evoluzione e - al tempo stesso - caparbiamente legato alle sue tradizioni, legate a doppio filo ad un territorio unico al mondo. RETE chiederà questo ad ogni passo di riforma che presto ci troveremo ad affrontare.
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Comunicato stampa
Movimento RETE