Rete: "Riforma previdenziale è l’unica realizzata dal “governo dei 44”"

Rete: "Riforma previdenziale è l’unica realizzata dal “governo dei 44”".

La riforma previdenziale porterà i suoi effetti positivi sul bilancio ISS e sul bilancio dello Stato. E porta la firma di RETE. Per il secondo anno consecutivo, i sindaci revisori firmano il bilancio ISS: rispettati i parametri stabiliti, conseguendo anche una piccola riduzione della spesa rispetto al 2021. Questo dato si va ad aggiungere al dato del Bilancio previsionale dell’ISS per l’anno 2023 che vede i primi effetti positivi della riforma previdenziale, da alcuni considerata una “riformina”, ma che darà risultati a partire dall’anno corrente, che possiamo dire con assoluta certezza, salvano il bilancio previsionale del 2023 presentato dalla Segreteria alle Finanze. Senza di essa, il documento contabile dello Stato avrebbe dovuto prevedere un disavanzo di bilancio di oltre 90 milioni di euro. Come noto, gli effetti della riforma saranno progressivi, cioè ogni anno entreranno in vigore nuove misure, che aumenteranno il suo impatto positivo in termini di maggiori entrate e minori uscite. Ciononostante, già in questo primo anno 2023 si notano alcuni dati eclatanti. Intanto, a fronte di uscite che rimangono le stesse previste a dicembre, ogni voce di entrata contributiva è stata rivista al rialzo. Dai 142 milioni inizialmente previsti, le entrate vengono ora variate a 153,6. In pratica 11,5 milioni in più. Siccome lo Stato ogni anno deve versare all’ISS delle somme per coprire i disavanzi previdenziali, grazie alla riforma il versamento per i lavoratori subordinati si riduce da 33 milioni (il 25% delle entrate) a 26,4 milioni, con un risparmio di 7,6 milioni nel solo anno. Il versamento per i lavoratori autonomi passa da 3,6 milioni del bilancio previsionale a zero euro. Solo queste due voci valgono un risparmio di 11,2 milioni. Altra voce di riduzione di uscite è quella degli assegni familiari: grazie al decreto di settembre 2022, della Segreteria di RETE, con cui non vengono più riconosciuti gli assegni familiari ai lavoratori frontalieri, si registra un risparmio di 1,7 milioni. C’è (o meglio, c’era) in agenda una riforma degli assegni familiari per eliminare le storture e probabilmente anche raddoppiare il risparmio già realizzato. Dunque: circa 13 milioni sono stati risparmiati con le sole misure indicate. A fronte di questi risparmi, il bilancio previsionale dell’anno 2023 prevede che nelle casse dell’ISS entreranno ulteriori 21 milioni di euro derivanti dal prelievo dai fondi di riserva, dal contributo SMAC e dal contributo tabacchi. La “riformina”, insomma, produce una variazione positiva di svariati milioni di euro, e questo fa presumere che se non verrà inficiata con ipotesi di decontribuzione già previste dal governo in variazione di bilancio (le decontribuzioni sono il maquillage miope di chi non ha soluzioni definitive), o revisioni di sue parti per andare incontro alle richieste di qualche amico insoddisfatto (già si vocifera di ridurre i contributi per i lavoratori pensionati, dimenticando che chi non volesse pagarli può già congelare la sua pensione con grande vantaggio sia per lui sia per lo Stato), i suoi effetti dureranno per ben di più dei 10/12 anni inizialmente preventivati. La riforma previdenziale è l’unica realizzata dal “governo dei 44” tra le tante necessarie per mettere in sicurezza i conti dello Stato. L’ha portata RETE tramite una sua Segreteria che, pur essendo quella più penalizzata dall’evento improvviso del COVID, è stata l’unica a tener fede ai propositi riformisti del programma di governo. L’altra riforma necessaria, quella dell’IGR, che avrebbe dovuto rendere più equo il fisco in un paese con il PIL pro-capite tra i più alti al mondo ma con diseguaglianze sociali inaccettabili, da quanto affermato dal Segretario alle Finanze Gatti, non verrà fatta in questa legislatura. Una occasione persa in quanto il Bilancio dello Stato avrebbe potuto puntare nel 2024 a raggiungere un effettivo pareggio. Una vera boccata di ossigeno per il Paese, in vista delle scadenze non così lontane legate al debito estero contratto negli scorsi mesi. Ma soprattutto, un segnale positivo dal punto di vista finanziario nei confronti dei giudizi di FMI e Fitch. Anche per questo che RETE è uscita da un “Governo senza coraggio”.

c.s. Movimento RETE
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