Rete. Si fa presto a dire “Europa” ma il governo porta il Paese indietro di vent’anni

Rete. Si fa presto a dire “Europa” ma il governo porta il Paese indietro di vent’anni.

L’imminente firma dell’accordo quadro con l’Unione Europea, mal si concilia con l’impostazione fortemente conservatrice di governo e maggioranza, emersa chiaramente durante il dibattito sull’assestamento di bilancio. I provvedimenti portati in aula consiliare, infatti, fanno tornare il Paese indietro di vent’anni, all’economia offshore che ci aveva portato in black list e dalla quale siamo usciti con estrema fatica. Ci riferiamo alle residenze fiscali non domiciliate, volute pervicacemente dal governo ma in una versione addirittura peggiorativa rispetto al DES (Distretto Economico Speciale) che ad aprile scorso RETE era riuscita a bloccare. L’incaponimento del Segretario Gatti ha prodotto un muro contro muro che ha bloccato i lavori consiliari per tre mesi. Tutto per difendere milionari desiderosi di evadere il fisco nel proprio paese. Ma le ragioni per cui un provvedimento sostenuto tramite il ricatto ai partiti di governo per rimanere tali, sono soprattutto elettorali. Cioè per dare alla DC l’opportunità di dire: questo è un importante strumento di sviluppo che risolverà i nostri problemi negli anni a venire. Uno specchietto per le allodole per nascondere la perpetuazione di condizioni di dissesto sempre più preoccupanti vista la non volontà di intervenire in alcun modo, negando perfino il deficit strutturale di bilancio di oltre 70 milioni di euro. Nessuno strumento è stato previsto per ridurre il debito pubblico e i relativi interessi da pagare. Si pensa solo a strizzare l’occhio ai milionari abbassando loro le tasse o addirittura eliminandole, come è stato fatto con il taglio delle imposte per chi detiene trust, solitamente persone facoltose. Nel contempo il governo dimostra di non avere alcuna intenzione di perseguire gli operatori economici che non pagano i contributi per decine di milioni di euro: tutti i nostri emendamenti in tal senso sono stati bocciati senza tanti complimenti. Così come è stata bocciata la nostra proposta di introdurre il reato di traffico di influenze e l’aggravio delle pene per il reato di appropriazione indebita in banche e in società partecipate dallo Stato.In sostanza, gli interventi votati dai partiti di maggioranza sono mirati a favorire i ricchi e coloro che intendono eludere il fisco. Un governo specialista nel mettere toppe per nascondere i problemi e studiare escamotages per favorire le speculazioni anche in campo edilizio, come è successo con la convenzione per realizzare una massiccia edificazione a Serravalle. Anche in questo caso, solo per favorire interessi di parte, con la complicità di tutti i partiti ad eccezione di RETE. Quanto è successo in questi ultimi mesi è estremamente negativo e risulta evidente che il clientelismo sia la stella polare che guida il governo verso la campagna elettorale. Ma RETE non demorde, nella consapevolezza che l’impegno serio, porta frutti. Come è avvenuto con la battaglia contro la “cricca”.

Movimento RETE

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