Rete su Commissione sanità: "Nuovo atto organizzativo non rinviabile"
La fotografia fatta in commissione sanità nei giorni scorsi sulla situazione del sistema sanitario risulta molto preoccupante. Infatti il complesso lavoro di analisi e diagnosi sull’intero sistema sanitario fatto dal nuovo Direttore Generale e dal nuovo Direttore amministrativo, insediati da solo pochi mesi, fa emergere tutta una serie di criticità. La spesa per il sistema sanitario, riferita ai costi vivi, è cresciuta dal 2016 di circa 20 milioni. Di questi costi aggiuntivi, 4,5 milioni sono riferiti agli effetti della legge sulla dirigenza medica emanata nel 2018 dal governo di Adesso.sm. Pare quindi molto diversa la realtà da quella che ci era stata prospettata dall’allora Segretario alla Sanità per il quale l'impatto sarebbe stato di circa 400.000 euro: l’audit appositamente istituito dovrà fare chiarezza anche su questo. La contribuzione a carico del bilancio dello stato per garantire la sanità pubblica e gratuita per tutti è passata in 3 anni da 71,4 milioni a oltre 86 milioni. Oggi ci si trova di fronte alla carenza di organizzazione interna e gli stipendi in alcuni casi sono ben più alti di quelli percepiti in Italia. Inoltre manca un puntuale controllo di gestione per capire dove spendiamo e dove sprechiamo, così come mancano procedure per le gare d’appalto per l’acquisizione di beni e servizi dovute ad una cronica carenza di personale amministrativo. La libera professione risulta essere molto esercitata dai medici ma prevalentemente viene fatta extramoenia, cioè esterna all’ospedale, con la conseguenza che solo uno 0,5 % è il contributo che finisce nelle casse dell’ISS. Serve quindi cercare di riportarla all’interno della struttura affinché si possano avere entrate per il nostro sistema sanitario. Un nuovo atto organizzativo che ristrutturi l’intero apparato risulta non più rinviabile, perché non possiamo permetterci un ospedale dove in alcuni settori c’è un surplus di organico rispetto al servizio reso, mentre altrove c’è una carenza che non permette un buon funzionamento. Non migliore la situazione sulla previdenza che vede i fondi pensione in disavanzo ormai strutturale (differenza fra contribuzione ricevuta e prestazione elargita) di oltre 24 milioni di euro. Per non parlare del pessimo investimento fatto col fondo Kokomo in cui nel 2016 sono stati investiti 10 milioni di euro e nel 2020 abbiamo visti tornare solo 8,8 milioni ovvero 1,2 milioni persi. Nonostante la situazione non certo rosea la nuova Dirigenza ISS e la Segreteria di Stato hanno le idee molto chiare sulle azioni da intraprendere per rimettere sul corretto binario la gestione delle risorse e la riorganizzazione del sistema sanitario. Mantenere la sanità pubblica e gratuita e organizzare un servizio sanitario di eccellenza rimane l’obiettivo primario; Richiederà un duro lavoro e il contributo di tutti.
c.s. Movimento RETE