Con l’accordo firmato tra governo, sindacati e associazioni datoriali, il “lavoro agile” è ora una realtà. Dal novembre scorso, quando la legge è stata approvata all’unanimità dal Consiglio Grande e Generale, questi mesi sono stati necessari al confronto tra le parti sociali per la definizione delle procedure e della regolamentazione più specifica come previsto dalla legge stessa. Adesso, la legge è divenuta più concreta che affida al lavoro “libero e intelligente” una serie importante di valori. Innanzi tutto l’attenzione alla persona non solo nella sua dimensione professionale, ma anche nella sua sfera familiare e affettiva, messa a dura prova durante l’emergenza sanitaria. La legge, infatti, ha anche lo scopo di voler combinare con le esigenze di donne e uomini di assistere figli piccoli, familiari disabili o non autosufficienti. L’attenzione a questa fascia di lavoratori è ulteriormente dimostrata dagli sgravi contributivi previsti dal legislatore quale ulteriore spinta a favorire questa modalità di lavoro. Un altro aspetto rilevante è quello della parità di trattamento tra settore pubblico e privato, da spesso su fronti opposti nella contrattazione sindacale. Non solo, ma datore di lavoro e lavoratore vengono messi sullo stesso pieno per concordare la flessibilità di orario e le modalità operative, senza togliere nulla ai diritti già acquisiti del lavoratore, ai reciproci doveri e al trattamento economico. Se è evidente il vantaggio che questa modalità operativa offre ai lavoratori e alle lavoratrici altrettanto lo è per le aziende perché le modalità di “lavoro agile” , secondo molti studi, hanno già dimostrato tra le loro caratteristiche risultati quali: aumento della produttività del 15%, riduzione dell’assenteismo, risparmio di costi aziendali (ad esempio manutenzione stampanti, possibili minori spazi dei locali, acquisto di cancelleria, trasferte, flotte aziendali, eccetera). Inoltre assicura una continuità alle attività produttive anche in condizioni straordinarie come quella della pandemia. RETE esprime compiacimento e apprezzamento per il lavoro svolto dai Segretari di Stato Elena Tonnini e Teodoro Lonfernini per il bel risultato raggiunto, che realizza un altro importante obiettivo del programma di governo. Non solo, ma il perfezionamento della legge appena siglato, traduce in realtà un modello occupazionale che dovrà essere più evoluto sul piano tecnologico a vantaggio dell’economia e dei servizi pubblici e asseconda i fenomeni spontanei che ormai da tempo si manifestano nel settore della digitalizzazione. Tutto ciò esprime concretamente un altro passo nella costruzione del futuro del nostro Paese.
c.s. Movimento RETE