Rete sui rinvii a giudizio dell'ultima settimana

Rete sui rinvii a giudizio dell'ultima settimana.

I recenti rinvii a giudizio spiccati dal Tribunale nei confronti di Marino Grandoni, Daniele Guidi, Francesco Confuorti e molti dei loro affiliati rappresentano un passaggio storico per ricreare un rapporto di fiducia fra la cittadinanza, la politica e il potere giudiziario. Riteniamo che le iniziative, messe in campo negli ultimi due anni, per efficientare la procedura penale e l'organizzazione del Tribunale, unitamente alla direzione del Dirigente Canzio, abbiano creato un clima di maggiore indipendenza e serenità dei commissari della legge: solo pochi anni fa, azioni del genere sarebbero state catalogate nella sezione “fantascienza”, e questo grazie alle protezioni e alla complicità che alcuni di questi personaggi godevano da parte di esponenti di spicco della magistratura, della politica e dell'amministrazione. Forse gli attacchi al Tribunale oggi, nell’era di conduzione del nuovo Dirigente, sono biechi tentativi di certa parte politica intenzionata a fornire una difesa d’ufficio a personaggi e a dinamiche predatorie verso lo Stato che ora vengono perseguite. Esprimiamo la nostra soddisfazione nel vedere come gli abusi e i crimini da noi denunciati sin dal 2017 stiano trovando finalmente un Tribunale capace e disposto ad andare fino in fondo, ma ci aspettiamo anche le scuse e un mea culpa da parte di chi, per anni, ci ha additati come visionari, negando persino l'esistenza di Francesco Confuorti, definito "fantomatico". La certezza di impunità assicurata a quel gruppo criminale sembra finalmente avviata alla sua parabola discendente, sia pure con un ritardo ingiustificabile. Le ricostruzioni storiche proposte dalla Commissione d'Inchiesta che ha lavorato durante questa legislatura trovano ora certificazione e rilievo penale nel lavoro della magistratura, e questo dimostra come anche la politica (con qualche eccezione) abbia intrapreso con decisione e con impegno un percorso di trasparenza volto a restituire verità e giustizia alla cittadinanza, che è stata, è e sarà chiamata a riparare e ricostruire sulle macerie lasciate anche da chi oggi va alla sbarra. Da parte nostra, auspichiamo fortemente che lo Stato possa ottenere il risarcimento dovuto che spetta prioritariamente nei confronti della cittadinanza, augurandoci altresì, che la magistratura possa procedere -con rapidità e serenità- ad una sentenza definitiva.

Movimento RETE

[Banner_Google_ADS]

I più letti della settimana:

Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy.
Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy