Nella giornata di ieri in Consiglio si è svolto il dibattito in merito alla ratifica del Decreto concernente il Codice Ambientale, che, infine, è stato ratificato con alcuni emendamenti. Diversi gli aspetti affrontati nel decreto rispetto alla gestione dei rifiuti. Sono state, infatti, inserite tutele e garanzie in favore dello Stato affinché non accadano più casi simili a quello della ditta Beccari. Introdotte, inoltre, le fidejussioni a garanzia dello Stato, la responsabilità del produttore dei rifiuti, il responsabile tecnico per i rifiuti all’interno delle aziende, gli espropri. L’elemento cardine, a nostro avviso, risiede nell’aver inserito il divieto di scarico delle acque reflue industriali nei nostri torrenti, lo scarico delle acque di lavorazione industriali dovrà avvenire in fogna e, contestualmente, dovrà essere pagata la tassa ambientale dovuta. Tutta la cittadinanza ha sotto gli occhi gli sversamenti ricorrenti nel torrente Ausa, nel torrente Marano e nel Fosso del Re. A distanza di tanto tempo dall’emanazione nel 2012 del codice ambientale si sono posti obiettivi ambientali concreti, inerenti alla riduzione dell’inquinamento delle nostre acque. È necessario tenere conto delle ripercussioni subite dal nostro Paese a causa della gestione e depurazione delle acque reflue, per le quali l’AASS deve corrispondere una tariffa ad Hera come conseguenza delle continue eccedenze dei valori di inquinanti negli scarichi industriali, oltre al consequenziale rischio di poter venire considerati non più utenti domestici, ma utenti industriali ed affrontare quindi un serio aumento dei costi. Tutto ciò tenendo conto del dato ambientale: San Marino è dipendente verso l’esterno per ciò che riguarda l’approvvigionamento idrico e che la capacità dei nostri torrenti non è sufficiente a diluire i reflui che, seppure diluiti, rimangono scarichi industriali. Ci rammarica constatare che tutti questi aspetti non siano stati assolutamente menzionati nei comunicati dell’opposizione, la quale ha invece preferito soffermarsi su un unico articolo: quello inerente alla zonizzazione, ovvero la previsione di limiti acustici in base alle zone del Paese, fortemente richiesto anche dalle associazioni di categoria. Riconosciamo anche noi che il vulnus di legge esista, la zonizzazione era prevista sin dal 2012 e non è mai stata attuata. RETE, tuttavia, ha lavorato affinché nel testo fosse previsto un mandato specifico per iniziare l’operazione di zonizzazione parziale. Questo è il motivo per cui, nel momento in cui è stata chiesta una deroga alla norma in sede di emendamento al Decreto, abbiamo deciso di non sostenere la proposta del Governo. È doveroso rimarcare che comunque i limiti acustici assoluti da rispettare permangono, in attesa che la zonizzazione sia effettuata, e non sono stati dunque rimossi, come sostenuto da qualcuno. RETE ha ritenuto, a tal proposito, doveroso proporre un emendamento di garanzia affinché tale deroga non possa avere conseguenze su eventuali contenziosi in atto. Nessuna proposta in tal senso è pervenuta dall’opposizione che anzi in parte si è astenuta. Nel complesso riteniamo la ratifica di questo Decreto un ottimo risultato che rappresenta una svolta concreta a favore della tutela ambientale nel territorio della Repubblica di San Marino ed un tassello fondamentale al fine di perseguire gli obiettivi stabiliti nell’Agenda 2030. È doveroso, infine, porgere un ringraziamento verso la Segreteria di Stato al Territorio ed a tutti coloro che hanno contribuito alla stesura ed alle modifiche al Decreto.
Movimento RETE
Rete sul nuovo codice ambientale
20 mag 2021
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