Il progetto di interramento della linea dell’alta tensione elettrica, il cosiddetto progetto TERNA, che attraversa la zona di Cailungo, è uno dei tanti dossier aperti, eredità dei passati Governi, su cui il Movimento RETE ritiene importante fare chiarezza. Fin da subito RETE ha sostenuto ai tavoli di confronto che, se si fosse rilevato un problema di salute pubblica nella zona, ovvero di inquinamento elettromagnetico, lo si sarebbe dovuto velocemente risolvere. Durante uno dei tanti incontri con la società Terna, proprietaria della infrastruttura, tenutasi per capire come agire nel miglior modo possibile, la stessa Terna affermava che se si fossero riscontrati valori fuori limite di legge, gli interventi risolutivi li avrebbe dovuti finanziare la società stessa in quanto proprietaria della linea. Per questo RETE ha richiesto una rilevazione, fino ad allora mai fatta, sull’inquinamento elettromagnetico presente sotto i tralicci dell’area. Dalle analisi effettuate sono emersi valori di inquinamento elettromagnetico fuori parametro e per questo abbiamo ribadito che sulla salute delle persone non si scherza e che il problema deve essere risolto. Nel 2018, durante la scorsa legislatura, l’AASS ha pagato anticipatamente l’ammontare totale dell’intervento pari a 6,2 milioni di euro. Non lo ha fatto solo in assenza di rilevazioni sull’inquinamento elettromagnetico, quindi senza verificare che i lavori debbano venire pagati da Terna, ma anche in assenza delle necessarie autorizzazioni tecniche per procedere. Oggi riteniamo opportuno, alla luce delle nostre osservazioni e dei dati di inquinamento elettromagnetico rilevati, verificare se Terna è disposto a intervenire nell'investimento. Ci aspettiamo che i lavori vengano svolti al più presto e senza ulteriori ritardi a tutela della salute dei cittadini. Spiace che la solita propaganda politica insinui che “RETE è contraria al progetto”. Al contrario RETE è FAVOREVOLE alla risoluzione del problema e lo ha sempre dichiarato, pure in serate pubbliche, oltretutto ottenendo che le spese non venissero pagate indebitamente dallo Stato. Siamo certi che pretendere che sia il privato, e non la collettività a pagare i lavori a garanzia della salute pubblica, sia condiviso dall’intera cittadinanza.
Movimento RETE