Finalmente le aziende che pescano acqua da torrenti e pozzi senza aver installato contatori, e senza pagare quanto dovuto allo Stato, verranno multate e se continueranno nell’abuso le loro licenze verranno sospese!
Emendamento dell’opposizione accolto? No, emendamento del governo, che per anni ha bocciato gli emendamenti di RETE che sostenevano lo stesso principio. Evidentemente era necessario che uno dei proprietari più in vista di una di queste attività finisse nel mandato di arresto di Gatti per procedere, non potendo più chiudere entrambi gli occhi.
Meglio tardi che mai, finalmente i padroni del paese sono un po’ meno padroni, poco conta che si siano persi degli anni pur di non ascoltare RETE, che non ha certo bisogno di attendere l'opera della magistratura per promuovere azioni di equità.
Innegabile che alcune di queste ditte siano in mano a imprenditori con un peso determinante sulla politica, e verso i quali la politica si sente eternamente in obbligo.
Tant’è che la DC ha preteso di inserire a verbale che uno dei sacrosanti principi espressi in quell’articolo, ovvero che vengano annullati gli effetti di accordi presi dalla Pubblica Amministrazione o dai suoi Enti in contrasto con le disposizioni del Codice Ambientale, non debba intendersi retroattivo: per la DC bisogna pur sempre tutelare dirigenti pubblici e amici degli amici a cui è stato concesso per decenni di fregarsene delle leggi, permettendo loro di tenersi in regola pagando multe talmente insignificanti da preferirle al pagamento delle utenze.
Questo permetterà che finalmente anche queste ditte vengano effettivamente tassate in base al consumo di acqua, soprattutto se gli è stata concessa l’opportunità di captare acqua da fonti diverse da quella del pubblico acquedotto: ad esempio direttamente dal Marecchia.
Che il governo sia alle fasi conclusive è certificato dalle contraddizioni emerse, dalle bocciature di articoli in finanziaria, dall’assenza di prospettive, dal carattere preelettorale di alcuni interventi (come la stabilizzazione dei precari PA, casualmente sempre svolta in campagna elettorale, mentre se il governo rispettasse la legge non vi sarebbe bisogno di stabilizzazioni: ci sarebbero i concorsi e i pieni diritti dal primo giorno).
Non sfuggono le bocciature di un paio di nostri piccoli interventi che avrebbero tra l’altro garantito alle casse dello Stato introiti molto consistenti: il turismo matrimoniale anche per coppie dello stesso sesso e la vendita nelle nostre farmacie di farmaci a base di cannabinoidi in anteprima in Italia. Cosa in realtà non esclusa dal nostro ordinamento, che tuttavia andrebbe a nostro avviso promossa.
Senza un governo solido non c’è possibilità di fare scelte coraggiose, e senza scelte coraggiose, oggi, non si fa altro che continuare ad affondare, rinunciando a rendere la nostra Repubblica all’avanguardia su temi che avrebbero un impatto determinante per lo sviluppo del nostro paese.
Ci auguriamo che questa agonia possa terminare al più presto e che si riconosca che il paese non può più permettersi un governo che si traduce solo nel mantenimento di equilibri politici precari, come ampiamente dimostrato anche da questa legge di bilancio. Che la voce torni presto ai cittadini!
Emendamento dell’opposizione accolto? No, emendamento del governo, che per anni ha bocciato gli emendamenti di RETE che sostenevano lo stesso principio. Evidentemente era necessario che uno dei proprietari più in vista di una di queste attività finisse nel mandato di arresto di Gatti per procedere, non potendo più chiudere entrambi gli occhi.
Meglio tardi che mai, finalmente i padroni del paese sono un po’ meno padroni, poco conta che si siano persi degli anni pur di non ascoltare RETE, che non ha certo bisogno di attendere l'opera della magistratura per promuovere azioni di equità.
Innegabile che alcune di queste ditte siano in mano a imprenditori con un peso determinante sulla politica, e verso i quali la politica si sente eternamente in obbligo.
Tant’è che la DC ha preteso di inserire a verbale che uno dei sacrosanti principi espressi in quell’articolo, ovvero che vengano annullati gli effetti di accordi presi dalla Pubblica Amministrazione o dai suoi Enti in contrasto con le disposizioni del Codice Ambientale, non debba intendersi retroattivo: per la DC bisogna pur sempre tutelare dirigenti pubblici e amici degli amici a cui è stato concesso per decenni di fregarsene delle leggi, permettendo loro di tenersi in regola pagando multe talmente insignificanti da preferirle al pagamento delle utenze.
Questo permetterà che finalmente anche queste ditte vengano effettivamente tassate in base al consumo di acqua, soprattutto se gli è stata concessa l’opportunità di captare acqua da fonti diverse da quella del pubblico acquedotto: ad esempio direttamente dal Marecchia.
Che il governo sia alle fasi conclusive è certificato dalle contraddizioni emerse, dalle bocciature di articoli in finanziaria, dall’assenza di prospettive, dal carattere preelettorale di alcuni interventi (come la stabilizzazione dei precari PA, casualmente sempre svolta in campagna elettorale, mentre se il governo rispettasse la legge non vi sarebbe bisogno di stabilizzazioni: ci sarebbero i concorsi e i pieni diritti dal primo giorno).
Non sfuggono le bocciature di un paio di nostri piccoli interventi che avrebbero tra l’altro garantito alle casse dello Stato introiti molto consistenti: il turismo matrimoniale anche per coppie dello stesso sesso e la vendita nelle nostre farmacie di farmaci a base di cannabinoidi in anteprima in Italia. Cosa in realtà non esclusa dal nostro ordinamento, che tuttavia andrebbe a nostro avviso promossa.
Senza un governo solido non c’è possibilità di fare scelte coraggiose, e senza scelte coraggiose, oggi, non si fa altro che continuare ad affondare, rinunciando a rendere la nostra Repubblica all’avanguardia su temi che avrebbero un impatto determinante per lo sviluppo del nostro paese.
Ci auguriamo che questa agonia possa terminare al più presto e che si riconosca che il paese non può più permettersi un governo che si traduce solo nel mantenimento di equilibri politici precari, come ampiamente dimostrato anche da questa legge di bilancio. Che la voce torni presto ai cittadini!
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