Come era ampiamente prevedibile il progetto della “terra da ceci in Tribunale” si è realizzato. Nel segreto, anzi, nella riservatezza garantita dai padroni del Governo e della maggioranza, pronti a stigmatizzare chiunque anche solo osi pronunciare la parola “giustizia”, perché questa è cosa loro, solo loro possono parlarne, fare dotte dissertazioni e poi fare ciò che più gli pare, buttando fumo negli occhi a tutti i Cittadini o comunque cercando di tenerli all’oscuro. È normale tutto questo? È normale che un giudice d’appello, il giudice Caprioli, titolare del Conto Mazzini, sia stato prima estromesso dal Consiglio Giudiziario Plenario, poi direttamente insultato dai microfoni del Consiglio Grande e Generale? È normale che un giudice della statura e dell’esperienza di Vitaliano Esposito sia stato sostanzialmente spinto alle dimissioni dall’amara considerazione che a San Marino non esista più lo stato di diritto? È normale che tre magistrati, i Professori Treggiari e Morrone e l’Avvocato Simoncini, siano stati “licenziati in tronco” in una notte? È normale che in una serata, in dieci minuti, vengano stabiliti i nuovi carichi di lavoro dei giudici del Tribunale? È normale che queste disposizioni siano state definite da un giudice “illegittime” e un “abuso di potere”? È normale che il Segretario alla Giustizia abbia richiesto una convocazione urgente del Consiglio Giudiziario Plenario, tra il deposito della relazione del Greco e la sua pubblicazione, per cacciare tre giudici del Tribunale, contravvenendo chiaramente alle raccomandazioni del Commissario per i Diritti Umani? No, non è per nulla normale! E gli organismi del Consiglio d’Europa se ne sono accorti benissimo, tanto che nelle loro 14 raccomandazioni hanno praticamente annichilito la politica giudiziaria portata avanti dal servo Massimo Andrea Ugolini e dagli altri servi di maggioranza. Quel che è peggio è che dopo quanto è successo, quello che può sembrare un tema astratto come la giustizia, ha creato un enorme precedente. La fine dello stato di diritto ha fatto sì che fin da ora ogni cittadino sammarinese potrà essere oggetto di arbitrio; sarà sufficiente una legge retroattiva, una interpretazione autentica, un ricorso in autotutela o un’altra qualsiasi formuletta magica come queste - che magari i comuni mortali non conoscono o non si sognerebbero mai di invocare - ed ecco che ciò che è sbagliato può diventare giusto, ciò che è falso può diventare vero, ciò che è arbitrio può diventare legge. Ciascuno di noi, carissimi sammarinesi, può ormai essere sottoposto al volere di commissioni politiche che potranno decidere dei suoi diritti a loro piacimento. È il momento di dire basta, di mettere fine a questa vergogna prima che sia troppo tardi.
Comunicato stampa
Repubblica Futura