RF: "Meno servizi alle tabaccherie sammarinesi"
A poche ore dalla conferenza stampa del Congresso di Stato in cui il governo traccia i successi di politica estera e festeggia l’approvazione della legge sulle società (un provvedimento “a orologeria” che si accenderà fra novanta giorni), scoppia la grana tabaccherie. Silente il governo - meglio scansare le beghe nell’oblio generale rotto solo da un servizio sulla tv di stato - silenti le associazioni di categoria e dei consumatori. Il tema è noto da settimane e pare fossero state date ampie assicurazioni dell’esecutivo di una sua pronta risoluzione. Ma evidentemente non è così. Difficile capire la portata della decisione che avrà come inevitabile conseguenza la fuga fuori territorio per usufruire di servizi non più erogabili a San Marino. Tutto accade, ironia del destino, mentre San Marino convintamente conferma il suo impegno nelle sanzioni contro la Russia seguendo l’Italia che, da parte sua, stacca le nostre tabaccherie da un circuito di servizi di cui il nostro Paese faceva parte. Se gli ottimi rapporti sono questi ci sarebbe da ridere. Ricordiamo i moti di indignazione dall’attuale governo sulla questione targhe, risolta solo parzialmente qualche mese fa e non per merito dei rapporti bilaterali italo-sammarinesi. Sarebbe facile presentare l’ennesima interpellanza a cui il governo risponde sempre con sufficienza e in molti casi arroganza. Ci piacerebbe sapere se quanto accaduto avrà delle ripercussioni anche sulle Poste San Marino e se questo ente - al centro di polemiche anche nei mesi scorsi - ha un futuro in termini operativi e di servizi resi alla collettività. Ci aspettiamo dal governo chiarezza e trasparenza per capire cosa è accaduto, se si poteva evitare e da dove arriva la decisione di non erogare più servizi a San Marino da parte di alcune società italiane. Fermare un'attività che rende denaro non è proprio normale soprattutto con i tempi che corrono. Una risposta dovrebbe essere doverosa anche se dolente. E’ troppo semplice glorificare risultati modesti e mettere i problemi sotto il tappeto nel silenzio generale della maggioranza, ormai accesa in modalità automatica su dicembre 2024. I cittadini chiamano, si interrogano e gran parte della classe politica, a parte le denunce, i proclami e le foto social, ha smesso di parlare e di interagire con la popolazione. Anche chi - una legislatura fa - andava nelle piazze, inondava i social di insulti e utilizzava le chat per inveire, anche personalmente, contro membri di governo, si è cucita la bocca. Il silenzio è d’oro anche se vengono troncati senza motivazione servizi alle tabaccherie, bar e poste della nostra Repubblica.
c.s. Repubblica Futura
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