Rf: posti assegnati prima dei bandi?
Le notizie recenti apparse sulla stampa in merito al bando per il nuovo Dirigente dello Stato Civile generano più di una riflessione. Certamente, se non ci fosse stato il ricorso di uno dei candidati al ruolo, un paio di settimane fa, si sarebbe tenuto un bando con una Commissione “affetta” da pesanti dubbi di imparzialità, per gli stretti collegamenti professionali fra due membri su tre della medesima Commissione (Romina Parenti, Direttore di Dipartimento Affari Interni e Giustizia, Elisa Serra, “capo” delle Risorse Umane in seno alla Dgfp) ed una delle candidate all’incarico dirigenziale (di ruolo presso la Dgfp prima, ed ora distaccata presso la Segreteria di Stato alla Giustizia). Proprio la Dgfp, vista l’insostenibilità della situazione, ha pensato bene di rinviare l’esame (stranamente previsto soltanto oralmente, senza prove scritte, se si eccettuano quelle di informatica, scelta che appare discutibile in termini di certezza e verificabilità degli esiti) alla fine del mese, sostituendo i due membri di cui sopra con altri due Direttori di Dipartimento: Lucia Mazza (Territorio) e Laura Gobbi (Istruzione). Peccato che nessuno di questi due soggetti sia laureato in Giurisprudenza, che invece è condizione essenziale per poter accedere al bando: come potranno dunque valutare i candidati essendo sul tema giuridico specifico meno preparate di loro? Sembra, per questo, che siano in ballo altri ricorsi, non a caso. Comunque la si giri, la gestione della questione resta un disastro, capace veramente di fare pensare alla cittadinanza che il posto sia già stato assegnato e che la Commissione sia stata creata appositamente per far sì che vincesse chi doveva vincere. Peraltro non è neppure la prima volta che succede in questa legislatura, basti pensare a quanto accaduto sulla giustizia, sui modi e le procedure per la selezione dei giudici; sul recente bando alla Segreteria alle Finanze, studiato con requisiti e criteri di accesso tarati sostanzialmente su una persona soltanto, persona che poi ha vinto; oppure quante capriole il Governo ha fatto per rimuovere il Direttore dell’Azienda Autonoma di Stato per i Lavori Pubblici, nonostante i risultati del suo lavoro fossero sotto gli occhi di tutti e fosse impossibile attribuirgli qualche cosa di penalizzante. Dopo aver introdotto lo spoil system (cioè il fatto che le persone in alcuni ruoli apicali li decide direttamente il Governo), ora questo Esecutivo sta architettando stratagemmi sempre più palesi per occupare scientificamente anche ciò che non è soggetto allo spoil system stesso. Preannunciando la presentazione di una interpellanza su quanto accaduto nel caso concreto dello Stato Civile, possiamo a buon diritto parlare di “amicopoli” all’interno della Pubblica Amministrazione sammarinese, un meccanismo che uccide il merito e la voglia di emergere per le proprie capacità, l’esatto contrario di quanto le riforme della PA di oramai un decennio fa avevano cercato di introdurre. Ed è ancora una volta da segnalare il silenzio (complice?) del Segretario Tonnini dinanzi a queste dinamiche. Un tempo straordinario censore di questo genere di comportamenti, il Segretario oggi si è eclissata, non esiste, non parla e magari asseconda certe modalità (compresa la brutta pratica dei concorsi solo orali) e altre pratiche che un tempo denunciava. Ma oramai non possiamo più sorprenderci, queste virate a 180° sono un’abitudine.
cs Repubblica Futura