RF: "Risposta a Rete"

RF: "Risposta a Rete".

Sabato scorso, con grande interesse e felicità, abbiamo appreso, leggendo un comunicato di Rete, che “Rete è nata all'esterno del Palazzo, per strada e nelle piazze, ascoltando i cittadini e raccogliendo le loro voci. Lo ha fatto negli anni extra-consiliari e nelle due legislature passate all'opposizione; lo fa anche oggi, che è forza di governo” e che il loro consiglio è di “prendere un po' d'aria, quella che i membri di Rete respirano da sempre, in modo tale da schiarirsi le idee”. Con questo elevato livello di saggezza, abbiamo appreso che Rete continua a dire che la visita del Ministro degli Esteri russo Lavrov nel 2018 “ci ha reso isolati ed è all'origine di tanti malumori nei nostri confronti”, persistendo nel ritenerlo un errore di politica estera. Peccato che, oltre ad essere una affermazione completamente falsa (quella visita non creò alcun malumore né tantomeno isolamento, tanto che ad esempio pochi mesi dopo si arrivò a consistenti passi avanti sul tema dell’accordo di associazione all’UE), senza quella visita con tutta probabilità oggi la campagna vaccinale dell’onnipotente di Rete, il Segretario Ciavatta, sarebbe ancora ferma al palo perché non avremmo alcun vaccino in territorio. Ma tant’è, nemmeno davanti all’evidenza si riesce a comprendere la realtà e ad ammettere le clamorose strumentalizzazioni di allora. Chissà se Rete, nel corso delle sue boccate d’aria nel Paese, si è accorta che:
1) siamo il paese europeo che ha iniziato la campagna vaccinale più tardi di tutti, con ben due mesi di ritardo che ci sono costati contagi e vite umane;
2) l’accordo che il loro Segretario ha firmato con l’Italia sull’approvigionamento dei vaccini, senza date di consegna né dosi minime, è stato un fallimento nonostante fosse stato sbandierato come un successo;
3) hanno perso due mesi a dire che bisognava rimanere nel contesto europeo ed utilizzare vaccini approvati Ema, salvo poi sostenere che non era importante e poi comprare un vaccino non autorizzato dallo stesso ente;
4) siamo il secondo paese con più morti al mondo in rapporto alla popolazione, preceduti solo da Gibilterra (che però ha vaccinato, con 2 dosi, quasi il 40% della popolazione);
5) abbiamo avuto, alla faccia dei “rapporti ottimi” che Rete millanta nel suo comunicato, quattro giorni di cordone sanitario dall’Italia, attorno alla metà di dicembre, a causa della dissennata voglia di visibilità dei membri di governo sostenuti da Rete;
6) siamo tra i pochissimi paesi al mondo che non ha dato alcun ristoro alle attività economiche colpite dalla pandemia e che sempre più imprese stanno chiudendo perché non ce la fanno più. Forse se i retini, anziché fare comunicati pieni di citazioni che non sono in grado di capire, si interrogassero su questi semplici dati, magari comprenderebbero che affermazioni come “la nostra Repubblica non ha nulla di cui rimproverarsi” suonano come un ulteriore pugno in faccia a tanti cittadini.
Un consiglio, in chiusura, ci permettiamo di darlo: fate parlare di più i tecnici (ammesso che ne abbiate) e meno i politici! In questa fase c’è bisogno di dati, obiettività e certezze, non di comunicati senza senso come quello che ci siamo permessi di commentare.

c.s. Repubblica Futura
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