Gentilissimi Membri del Consiglio Grande e Generale, ancora una volta assistiamo all’utilizzo dello strumento della decretazione d’urgenza, che, purtroppo, ormai da mesi, è divenuto pressoché l’unica modalità legislativa del nostro Paese. Comprendiamo pienamente le esigenze che, almeno nella fase iniziale dell’emergenza e certo per alcuni aspetti e determinati ambiti, anche ora rendono necessario il ricorso a tale modalità d’azione da parte del Congresso di Stato. Se è non solo lecito, ma comprensibile, il fatto che provvedimenti di salute pubblica e che più in generale abbiano a che fare con le esigenze di contenimento della pandemia e di sostenibilità dell’intero sistema-paese vengano adottati per decreto; molto meno comprensibile e -riteniamo- addirittura inaccettabile è che aspetti particolarmente delicati come le limitazioni alle libertà personali e importanti interventi di riduzione salariale o pensionistica continuino ad essere adottati tramite lo strumento del decreto legge. Peraltro sarà superfluo ricordare come anche vari Consiglieri di maggioranza abbiano sottolineato tali aspetti nel corso dell’ultimo dibattito consiliare ed abbiano lamentato il fatto che, su temi certamente cruciali per il Paese, sia necessario ristabilire pienamente le migliori prassi della nostra democrazia rappresentativa che vede nel parlamento, dunque nel Consiglio Grande e Generale, la sede deputata ed opportuna per prendere decisioni di importante rilievo ed in definitiva di legiferare. Abbiamo assistito nell’ultima seduta consiliare ad un dibattito acceso che, specie da parte del Governo, avrebbe dovuto essere la mera ratifica di decisioni già prese e che, per giunta, già avevano dispiegato la gran parte della loro efficacia senza, appunto, che il Consiglio avesse potuto vagliarle ed approvarle. È chiaro che con questa modalità -decreti legge posti in ratifica a più di un mese dalla loro adozione e promulgazione- il ruolo centrale del parlamento venga ridotto a mero strumento ancillare di sanzione ex post di decisioni assunte unilateralmente dal Congresso di Stato -onde evitare ogni accento polemico non merita in questa sede fare menzione di come alcune di tali decisioni siano parse affrettate, lacunose, quando non addirittura incomprensibili (rectius: inapplicabili). Ci appelliamo dunque a tutti i membri del Consiglio Grande e Generale, a prescindere dalla loro appartenenza alla maggioranza o alla minoranza, affinché tutti possano sostenere l’urgenza non più differibile che il Consiglio Grande e Generale si riappropri del proprio compito istituzionale e possa, a distanza di un lasso di tempo congruo e comunque contenuto, essere convocato per poter analizzare, discutere ed emendare -ove fosse ritenuto utile o necessario- i decreti legge anche recentemente emanati.
Il Gruppo Consiliare di Repubblica Futura