Quando si parla di sviluppo e di conti pubblici, è inevitabile aprire una riflessione seria sul ruolo della Pubblica Amministrazione, che oggi si trova di fronte alla necessità di una sua generale trasformazione sul piano organizzativo, alla luce della nuova realtà caratterizzata da un contesto sociale molto più complesso e articolato rispetto a qualche anno fa.
L’Amministrazione Pubblica non deve essere considerata come sinonimo di burocrazia, di lentezza, di cavillosità, di supremazia nei confronti del cittadino.
Il principio cardine per la definizione del nuovo modello organizzativo della Pubblica Amministrazione è la distinzione tra attività d’indirizzo e di gestione. E’ quindi fondamentale dare piena attuazione al concetto della netta separazione tra Politica e Amministrazione. All’Autorità Politica è riservata la competenza a fissare gli obiettivi, a determinare i risultati da conseguire, ai Dirigenti la competenza a darvi attuazione con piena autonomia gestionale.
L’aumento dei poteri decisionali e le connesse responsabilità dei Dirigenti, l’impostazione dell’azione amministrativa in percorsi di pianificazione, programmazione e controllo, rendono necessaria la creazione di una classe dirigente caratterizzata da connotati meno burocratici e più manageriali.
In tale ambito assume una funzione nevralgica l’introduzione di appositi strumenti di formazione permanente del personale della amministrazione pubblica. Tali strumenti formativi debbono essere considerati come un diritto e un dovere strettamente connessi al ruolo di dipendente pubblico, in quanto un costante incremento delle competenze è un enorme fattore di competitività che può incidere positivamente sulla crescita economica e sociale del Paese, nonché sulla percezione del personale della Pa con relativo recupero della sua dignità grazie all’affermazione della cultura del merito e del risultato.
La garanzia di un’effettiva autonomia e responsabilità di ciascuna struttura amministrativa deve essere accompagnata da una riforma del bilancio, dove l’autonomia budgetaria è un essenziale complemento dell’autonomia e responsabilità delle Dirigenze Amministrative. Si dovrebbe organizzare il Bilancio Pubblico per missioni e programmi, assegnando le risorse necessarie per l’attuazione di ciascun programma dell’Amministrazione responsabile.
Sarebbe poi opportuno superare la legge organica e addivenire al contratto unico dei lavoratori, identificando nel contratto e non nella legge lo strumento per la disciplina del rapporto di lavoro non solo della Dirigenza, ma dell’intero Lavoro Pubblico.
Al fine di dare concreta applicazione al criterio del merito, serve l’attivazione di disposizioni significative come legare una parte, non certamente esigua, della retribuzione ai risultati o che fosse congelata fino a che non siano stati stabiliti obiettivi e indicatori precisi. In tal senso è indispensabile investire sul capitale umano dell’Amministrazione, sulla sua formazione e su un sistema d’incentivi - materiali e morali - adeguato a premiare il merito, l’innovazione, la produttività e i risultati.
Occorre infine rivisitare il sistema normativo per arrivare a una semplificazione e a una radicale riduzione dei procedimenti amministrativi, operando così una sostanziale riduzione dei carichi burocratici gravanti sulle famiglie e sulle imprese. In questa ottica diventa urgente realizzare una rete telematica che consenta ai cittadini e alle imprese di interagire direttamente con gli Uffici Pubblici e di ottenere tutto ciò di cui necessitano direttamente al proprio domicilio informatico o anagrafico.
Per raggiungere questi obiettivi e per la valutazione di merito, si possono utilizzare diversi strumenti anche contemporaneamente, come l’adozione della Carta dei Servizi e l’introduzione della Certificazione ISO 9000.
Per perseguire la stabilità del bilancio statale e affermare un nuovo modello di sviluppo, diventa assolutamente indispensabile e urgente che la classe politica affronti con senso di responsabilità e spirito costruttivo il tema di una profonda trasformazione della struttura organizzativa dell’amministrazione pubblica.
L’Amministrazione Pubblica non deve essere considerata come sinonimo di burocrazia, di lentezza, di cavillosità, di supremazia nei confronti del cittadino.
Il principio cardine per la definizione del nuovo modello organizzativo della Pubblica Amministrazione è la distinzione tra attività d’indirizzo e di gestione. E’ quindi fondamentale dare piena attuazione al concetto della netta separazione tra Politica e Amministrazione. All’Autorità Politica è riservata la competenza a fissare gli obiettivi, a determinare i risultati da conseguire, ai Dirigenti la competenza a darvi attuazione con piena autonomia gestionale.
L’aumento dei poteri decisionali e le connesse responsabilità dei Dirigenti, l’impostazione dell’azione amministrativa in percorsi di pianificazione, programmazione e controllo, rendono necessaria la creazione di una classe dirigente caratterizzata da connotati meno burocratici e più manageriali.
In tale ambito assume una funzione nevralgica l’introduzione di appositi strumenti di formazione permanente del personale della amministrazione pubblica. Tali strumenti formativi debbono essere considerati come un diritto e un dovere strettamente connessi al ruolo di dipendente pubblico, in quanto un costante incremento delle competenze è un enorme fattore di competitività che può incidere positivamente sulla crescita economica e sociale del Paese, nonché sulla percezione del personale della Pa con relativo recupero della sua dignità grazie all’affermazione della cultura del merito e del risultato.
La garanzia di un’effettiva autonomia e responsabilità di ciascuna struttura amministrativa deve essere accompagnata da una riforma del bilancio, dove l’autonomia budgetaria è un essenziale complemento dell’autonomia e responsabilità delle Dirigenze Amministrative. Si dovrebbe organizzare il Bilancio Pubblico per missioni e programmi, assegnando le risorse necessarie per l’attuazione di ciascun programma dell’Amministrazione responsabile.
Sarebbe poi opportuno superare la legge organica e addivenire al contratto unico dei lavoratori, identificando nel contratto e non nella legge lo strumento per la disciplina del rapporto di lavoro non solo della Dirigenza, ma dell’intero Lavoro Pubblico.
Al fine di dare concreta applicazione al criterio del merito, serve l’attivazione di disposizioni significative come legare una parte, non certamente esigua, della retribuzione ai risultati o che fosse congelata fino a che non siano stati stabiliti obiettivi e indicatori precisi. In tal senso è indispensabile investire sul capitale umano dell’Amministrazione, sulla sua formazione e su un sistema d’incentivi - materiali e morali - adeguato a premiare il merito, l’innovazione, la produttività e i risultati.
Occorre infine rivisitare il sistema normativo per arrivare a una semplificazione e a una radicale riduzione dei procedimenti amministrativi, operando così una sostanziale riduzione dei carichi burocratici gravanti sulle famiglie e sulle imprese. In questa ottica diventa urgente realizzare una rete telematica che consenta ai cittadini e alle imprese di interagire direttamente con gli Uffici Pubblici e di ottenere tutto ciò di cui necessitano direttamente al proprio domicilio informatico o anagrafico.
Per raggiungere questi obiettivi e per la valutazione di merito, si possono utilizzare diversi strumenti anche contemporaneamente, come l’adozione della Carta dei Servizi e l’introduzione della Certificazione ISO 9000.
Per perseguire la stabilità del bilancio statale e affermare un nuovo modello di sviluppo, diventa assolutamente indispensabile e urgente che la classe politica affronti con senso di responsabilità e spirito costruttivo il tema di una profonda trasformazione della struttura organizzativa dell’amministrazione pubblica.
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