Riflessioni di alcuni insegnanti sull'accoglienza della vita
Come gruppo di insegnanti della scuola sammarinese vogliamo rendere note alcune riflessioni riguardo all'imminente referendum sulla legalizzazione dell'aborto. L’amore per la vita è l’origine e l’obiettivo di ogni nostra azione in qualità di educatori. Concepiamo il nostro compito come un lavoro “ostetrico”: aiutiamo i bambini e i ragazzi a “nascere” continuamente, ad avere fiducia nelle proprie capacità di comprendere il mondo che li circonda. Siamo mossi cioè dal desiderio che ogni progetto pedagogico, ogni pensiero, ogni istante vissuto con gli alunni o in vista di essi sia orientato alla realizzazione della loro umanità. Educare è infatti condurre per mano i ragazzi alla scoperta di se stessi, della realtà naturale e culturale che continuamente li interroga. Sappiamo inoltre che gli alunni guardano inizialmente il mondo attraverso il nostro sguardo e quindi siamo consapevoli dell'estrema onestà intellettuale con cui dobbiamo trattare ogni questione, affinché ciascuno maturi autonomamente una propria visione delle cose e non si senta tenuto ad accettare valori che vanno contro la sua esperienza o coscienza. Affinché tutto ciò sia possibile crediamo però che alcuni fondamenti universali debbano essere posti alla base di ogni forma di educazione, al di là delle appartenenze culturali o religiose. Il primo è quello dell' “intelligibilità del reale”, ovvero il principio per cui il mondo che ci circonda non è un groviglio inestricabile di elementi, la storia non è un succedersi insensato e casuale di eventi, pertanto l'uomo può intervenirvi in modo razionale. L’altro principio è che la vita umana è inviolabile. Ciascuno di noi è irripetibile e portatore di un valore unico; nessuna forma di violenza, nessuna discriminazione è ammissibile, soprattutto in relazione al diritto fondamentale alla vita e alla conservazione della propria integrità fisica. La libertà personale è sempre subordinata al rispetto della vita umana, di sé e degli altri. Tale rispetto deve precedere qualunque forma di autodeterminazione, ogni forma di libertà non può espandersi al punto da soffocare altre vite umane. Talvolta si scopre che la liceità delle azioni è relativa, talaltra che certi comportamenti sono sempre e comunque da rigettare. Tra questi c’è l’omicidio. E l’aborto volontario è un omicidio. Nessuno infatti è in grado di smentire che la vita umana inizi sin dal concepimento, qualunque norma che sancisca l’inizio della vita a questo o quel momento della gravidanza è scientificamente opinabile. Ogni essere umano dal momento in cui è concepito inizia il proprio viaggio nel mondo e, se non viene ostacolato, nasce e cresce. Non è dunque giusto che qualcuno possa disporre del diritto di ucciderlo, neppure la madre.
c.s.
Achilli Federica
Arseni Elisabetta
Arveda Stefania
Bacciocchi Marinella
Belli Katia
Benedettini Daniela
Bertuccini Gabriella
Brizi Serena
Carigi Silvia
Cavalli Federico
Ceccarelli Anna
Ceccoli Lucia
Chiaruzzi Paola
Ciavatta Manuel
Console Alessandra
De Filippo Federica
Fazi Emanuela
Ferri Giulia
Ferri Maria Teresa
Gasperoni Ercolani Claudia
Gasperoni Claudia
Gasperoni Marina
Gennari Carlo Marino
Gennari Giuditta
Giorgetti Carolina
Guidi Erika
Lunedei Alessandra
Mancini Claudio
Mariani Claudia
Massari Claudia
Moretti Mirella
Musco Chiara
Nori Nicoletta
Pedini Francesca
Possenti Sonia
Raschi Gabriele
Recchia Daniela
Reffi Francesca
Riccardi Ylenia
Santi Giacomo
Sarti Silvia
Selva Cosetta
Stefanelli Lucia
Tabarrini Roberta
Valmaggi Emanuela
Zavatta Emanuela
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