Per la Segreteria della CDLS non si può chiamare “riforma del mercato del lavoro” un provvedimento stralcio che recepisce richieste che hanno una evidente paternità, che non creeranno sicuramente nuova occupazione, non daranno impulso ad un mercato del lavoro immobile da troppi anni e soprattutto creeranno ulteriore precarietà. La Segreteria di Stato per il Lavoro prosegue – incurante delle forti perplessità emerse da parte sindacale - il suo progetto di mettere mano a parte delle regole del mercato del lavoro e del collocamento convocando tramite video-call le parti sociali nella prima settimana di maggio.
La Segreteria della Confederazione Democratica ha analizzato la bozza di documento che traccia le linee guida della Segreteria al Lavoro sulla ipotesi di riforma del mercato del lavoro e del collocamento: il giudizio dell’organo politico della CDLS è fortemente negativo. In primo luogo si deve rilevare che la richiesta fatta al Governo nel Dicembre scorso da parte della Confederazione Democratica, finalizzata ad aprire un confronto complessivo sulle riforme strutturali e sul “progetto Paese”, è tutt’ora rimasta nei fatti inascoltata ed non attuata. Per la CDLS non è più ammissibile che non esista ancora progetto complessivo e condiviso che delinei il cronoprogramma degli interventi strutturali, ma si assista ad una sorta di “competizione” da parte delle singole Segreterie di Stato nel presentare bozze e pezzi di riforme, scoordinate e non inserite in un contesto organico e strutturale: l’ultimo esempio in questo senso è quello della riforma del mercato del lavoro e del collocamento. Per la Segreteria della CDLS, visti gli argomenti toccati e le proposte di intervento - che tutto sono fuorché urgenti - appare purtroppo chiaro che le finalità del documento di riforma è di assecondare i già ben noti desideri delle Associazioni imprenditoriali. Per la CDLS è necessario porre mano ad una riforma del mercato del lavoro concertata, seria ed equilibrata che veda la Segreteria al Lavoro nel ruolo super partes di mediatore delle posizioni delle parti sociali; soprattutto appare chiaramente che gli interventi proposti non tengono minimamente conto della necessità preliminare di definire quale sarà il “Progetto Paese” e delle future linee di sviluppo dell’economia sammarinese. Appare anche chiaro che oggi l’unica vera urgenza ed emergenza da affrontare è quella relativa all’occupazione femminile. Entrando nel dettaglio della bozza di Decreto Delegato che il Governo dovrebbe emanare entro il 30 Giugno prossimo, per la Segreteria della Confederazione Democratica appare chiaramente l’intento di destrutturare equilibri già precari tra domanda ed offerta di lavoro tramite la proposta di far saltare qualsiasi limite e forma di controllo sul lavoro occasionale, ampliando lo stesso a tutti i settori economici e comprendendo anche categorie oggi escluse. Non si può affermare che l’obiettivo finale è quello dell’emersione del “lavoro sommerso” quando si creano di fatto i presupposti per una nuova categoria di lavoratori di “serie B” precari e con retribuzioni allineate al minimo. Non solo ma si riesuma il tristemente noto “lavoro temporaneo”, fortemente contrastato dal Sindacato, tramite il quale si potrà fare la prestazione occasionale. Evidentemente l’insistenza di alcune associazioni imprenditoriali alla fine ha avuto riscontro positivo. Altri desiderata di alcune lobbies economiche e imprenditoriali che sono state recepite nel documento sono quelli relativi alla ridefinizione dell’inquadramento degli Amministratori delle società che vengono, tra l’altro, anche ammessi ad operare nel ciclo operativo dell’azienda senza obbligo di assunzione a livello dirigenziale. Parallelamente a questo intervento si colloca il “lavoro soci” che prevede la possibilità di assumere i soci di minoranza: si ripropone una maniera subdola per bypassare i vincoli sulle assunzioni, soprattutto di personale forense. A chiusura della trilogia dei lavori anomali, dobbiamo citare il “lavoro pensionati”: riteniamo che gli interventi in tale ambito debbano essere integrati e collegati alla prossima riforma previdenziale. Il lavoro sommerso si combatte con maggiori controlli e sanzioni esemplari, non certo con la deregolamentazione ulteriore del mercato del lavoro. Per la CDLS il “collocamento” deve restare appannaggio pubblico: va riformato, potenziato e reso efficiente. Non sono accettabili privatizzazioni striscianti di un servizio che deve essere qualificato, autorevole e super partes.
Cdsl