Rimini, giornalismo e finanza comportamentale, come comunicare in maniera semplice una materia specialistica
Come informare i lettori dalle pagine di un quotidiano, di un sito, con un servizio radio o televisivo, sulla finanza comportamentale, su cos’è e a cosa serve. Oppure sulla necessità di una buona educazione finanziaria per i giovani e non solo, sono stati i temi dell’evento di aggiornamento e formazione professionale per giornalisti, svoltosi oggi (25 maggio) sul tema: “Giornalismo e finanza comportamentale, come comunicare in maniera semplice una materia specialistica”. L’appuntamento on line, a cui hanno partecipato 50 giornalisti di tutta Italia, è stato organizzato dall’Ordine e dalla Fondazione dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna, e presentato e condotto da Matteo Naccari, capo della redazione economica Il Resto del Carlino e presidente dell’associazione stampa regionale (Aser). Relatori, Franco Bulgarini, presidente di “9dots” società di formazione alla finanza comportamentale e Stefano Fabbri, commercialista partner di Studi Skema, presidente di “My Mind My Investment - Associazione Nazionale Professionisti esperti nella gestione dell’approccio e del comportamento degli investitori”. “La finanza comportamentale è argomento apparentemente ostico, specialistico, di cui investitori e risparmiatori, praticamente ogni persona visto che ognuno di noi fa i conti ogni giorno con la gestione del proprio denaro, sono poco informati – spiega Franco Bulgarini – eppure come hanno spiegato negli ultimi anni tre premi Nobel per l’economia (con studi di psicologia comportamentale applicati alla finanza) come Robert Shiller, Daniel Kahneman e Richard Thaler, il comportamento e le scelte di ogni singola persona sono la base senza la quale non è possibile portare e caso il frutto dei propri investimenti sul mercato finanziario. È necessaria una riflessione su come comunicare questo aspetto all’opinione pubblica, su come affrontare il rapporto tra finanza comportamentale, “razionalità” del mercato. Soprattutto su come l’informazione giornalistica possa impattare e orientare le scelte operate dai singoli investitori”. “Io sono un commercialista non un player del mercato finanziario. Come My Mind My Investiment, associazione senza fini di lucro, ci muoviamo in questo mondo in una posizione terza e priva di ogni conflitto d’interesse rispetto al mercato finanziario a ai suoi prodotti. La nostra missione è promuovere la conoscenza dei temi finanziari, del loro linguaggio e significato, in particolare nei confronti dei giovani- conclude Stefano Fabbri – Negli ultimi tre anni abbiamo raggiunto con un progetto di educazione finanziaria di più di 500 studenti dell’ultimo biennio delle medie superiori del riminese. A loro somministriamo un questionario con cui capire che percezione e conoscenza hanno di investimenti e risparmio. Una domanda si collega direttamente al mondo dell’informazione. Chiediamo con che frequenza s’informano di finanza ed economia. La risposta è sempre uguale. In sei su dieci lo fanno meno di una volta al mese, in tre una volta la settimana e solo uno la fa ogni giorno. Il campo degli investimenti è quello dove è più forte l’asimmetria informativa tra esperti, soggetti che offrono prodotti finanziari e il cliente. Anche le nuove e positive norme UE a tutela dell’investitore, Mifid 2, si stanno rilevando non sufficienti. Insomma, esiste un gap da colmare e da questo punto di vista il ruolo del mondo dell’informazione, dei giornalisti, può e deve ricoprire un ruolo molto importante”.
Cs Carlo Bozzo