San Marino, faro di civiltà
«Benvenuti nella antica terra della libertà»: quante volte abbiamo letto queste parole entrando in Repubblica, e quante volte ho avuto l’occasione di ricordarlo ad amici e conoscenti! Leggendo la notizia del riconoscimento da parte dell’ONU della positività del parere del Comitato Sammarinese di Bioetica (CSB) rispetto ai diritti delle persone con disabilità in questo momento di pandemia, il cuore è sobbalzato di gioia. Così il documento dell’ONU: «Quali sono alcune pratiche promettenti? Il Comitato di Bioetica della Repubblica di San Marino ha prodotto una guida COVID-19 sul triage, che proibisce la discriminazione sulla base della disabilità: “L’unico parametro di scelta, quindi, è la corretta applicazione del triage, nel rispetto di ogni vita umana, basato sui criteri di appropriatezza clinica e proporzionalità dei trattamenti. Qualsiasi altro criterio di selezione, come l’età, il sesso, l’affiliazione sociale o etnica, la disabilità, è eticamente inaccettabile, in quanto implementerebbe una classifica delle vite solo apparentemente più o meno degne di essere vissuta, costituendo una violazione inaccettabile dei diritti umani”.» Quante volte siamo stati turbati da notizie ingenerose sulla nostra vita sociale e politica, e ora, finalmente, il riconoscimento di una positività, frutto del lavoro costante e duraturo di persone che, investite dalla società del compito di elaborare criteri per buone pratiche nel campo biomedico, hanno saputo indicare soluzioni rispettose della dignità della vita di ogni uomo, in qualsiasi condizione viva. Di questo credo che dobbiamo tutti, oltre alla gratitudine per chi ha operato in questo senso definito giustamente «promettente», fare tesoro per un impegno costante nell’elaborare indicazioni che rendano più attuabile quel bene comune che è aspirazione di ogni società autenticamente umana. Ho sempre pensato che l’esperienza di una realtà come la nostra sammarinese, il cui DNA è segnato dalle sue radici cristiane, da un santo appassionato alla fede e alla carità, capace di costruire, a partire dal riconoscimento di Cristo, una convivenza civile e libera, abbia ancora tanto da dire non solo a noi abitanti, ma al mondo intero. Come ricorda la grande santa, ora Patrona d’Europa, Caterina da Siena: «Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in Italia, in Europa» e nel mondo intero (aggiunse s. Giovanni Paolo II). È questo un tempo, e la situazione della pandemia lo rende ancora più evidente, in cui, per costruire, diventa sempre più necessario avere solide basi e principi ragionevoli e ben fondati (quelli che poco tempo fa venivano giustamente chiamati «principi non negoziabili»). E così San Marino ritrova quella responsabilità di «forza trainante» che sempre il Papa Giovanni Paolo II chiedeva come caratteristica di una società fondata su valori cristiani. E questo rende sempre più evidente che non di fanalino di coda si tratta quando si difende l’uomo da ogni sopruso e discriminazione, ma autentico faro di civiltà. Quella civiltà che ha, nella difesa della vita sempre, in ogni condizione, dal suo primo inizio fino al suo termine naturale, la sua caratteristica più qualificante. Un grazie al CSB, per l’avere rilanciato e reso possibile la difesa dell’uomo, sempre, un grazie a tutti coloro che di questa difesa, in questi drammatici giorni, hanno fatto la loro professione, e un impegno di tutti a tenere alta la bandiera dell’umano, nel rifiuto di quella logica egoista che ci fa pensare alle vite più deboli come a un peso (e con l’aborto da sbarazzarsene addirittura con il contributo dello Stato) o a una causa già persa in partenza, quasi fossero, come ai tempi di Hitler, vite non degne di essere vissute.
Don Gabriele Mangiarotti