Raramente nei conflitti bellici le persone hanno l'abitudine di pensare alle sofferenze arrecate alle altre creature viventi, che ovviamente non hanno i loro uffici stampa per far valere i loro diritti. Lo fanno talvolta i poeti, gli scrittori e, per un target allargato di pubblico, lo fanno registi come Terrence Malick nella La sottile linea rossa. Cioè accendono telecamere e cuore su piante e animali straziati dalla guerra, e oggi potremmo aggiungere decimati da quei cambiamenti climatici che hanno distrutto i delicati equilibri del pianeta, come il regolare flusso delle stagioni e dell'acqua, dei loro nutrimenti terrestri. Lo fanno i bambini della scuola primaria La Ginestra di Cà Ragni, Christian e Matteo, dopo avere realizzato insieme alle insegnanti il percorso del kaki Tree Project che tratta dell'albero di cachi sopravvissuto alla catastrofe atomica di Nagasaki e della sua discendenza messa a dimora il 27 marzo scorso a Podere Lesignano su iniziativa del San Marino Green Festival. E mettono chiaramente nero su bianco questa loro compassione, riferendosi alla guerra in corso in Ucraina. In questa letterina rivolta a Masajuki Ebinuma, colui che resuscitò il kaki di Nagasaki, i bambini ci insegnano a guardare oltre il velo dei nostri schemi antropocentrici e della nostra commozione teleguidata in maniera discriminante, il panorama generale. Ci dicono di disdegnare e ripugnare la guerra come concetto, che non esistono guerre di serie A e di serie B, così come per i profughi. Le guerre non sono campionati di calcio, sono solamente palestre di immane sofferenza per tutte le creature. “Dove non c'è pace e giustizia sociale, le attenzioni all'ambiente e ai cambiamenti climatici sicuramente sono cose di nessun interesse” ribadisce Gabriele Geminiani, ideatore e organizzatore del San Marino Green Festival, giunto alla sua quarta edizione.
Comunicato stampa
San Marino Green Festival