Sciopero generale: sui nodi principali c'è ancora il muro del Governo!

Presentato in conferenza stampa il primo sciopero, nella storia della RSM, proclamato unitariamente dalle tre sigle sindacali

Sciopero generale: sui nodi principali c'è ancora il muro del Governo!.

Nessuna apertura significativa da parte del Governo negli incontri convocati in extremis negli ultimi giorni sui temi dello sciopero generale, indetto per l'intera giornata di domani. È quanto emerso nella conferenza stampa di questa mattina, con protagonisti i Segretari generali della tre sigle sindacali. Restano dunque più che mai confermate le motivazioni di contenuto e di metodo che hanno portato alla proclamazione di questa giornata di astensione dal lavoro e alla manifestazione in Piazza della Libertà, davanti al Consiglio riunito.

Un incontro sulla riforma pensionistica è stato convocato dal Segretario Sanità, alla presenza dei partiti di maggioranza, solo pochi giorni fa, quando le proposte dei sindacati erano state recapitate circa tre settimane or sono. C'era tutto il tempo per aprire un confronto serio e costruttivo, invece il Segretario ha preferito attendere la vigilia dello sciopero per presentare alcune proposte, che non intaccano affatto i nodi principali di contenzioso. In sostanza, ha espresso unicamente la disponibilità a superare il tetto pensionistico del 95%, importante per i lavoratori che lavorano in turni notturni e festivi, ed ha portato una precisazione sulla percentuale di invalidità necessaria per accedere alla riduzione dei disincentivi e/o all'età pensionabile.

Per di più, con la pretesa di ottenere in cambio la revoca dello sciopero generale! Per il sindacato si tratta di una provocazione bella e buona: restano i disincentivi troppo elevati, e ciò va a penalizzare fortemente le donne, che hanno carriere discontinue per maternità e responsabilità familiari. Al contempo resta il nodo importantissimo e dirimente dei prelievi forzosi dal fondo pensioni lavoratori dipendenti, che per i primi anni vanno così a ridurre il contributo dello Stato nel ripianare i disavanzi annuali del fondo lavoratori dipendenti. Ciò è inaccettabile, tanto più considerando che per gli sbilanci di alcune categorie di lavoratori autonomi il ripianamento dello Stato è totale.

Le tre sigle sindacali ribadiscono che il contributo dello Stato deve aumentare, anziché diminuire, e in tal senso va contestualmente aperto un tavolo di confronto su come reperire le risorse necessarie. Sulle tariffe, anche il Segretario per il Lavoro ha incontrato i sindacati pochi giorni fa per riferire quanto aveva comunicato nella apposita Commissione Consiliare; ha lasciato trapelare che non dovrebbero esserci ulteriori aumenti del gas, mentre per l'energia elettrica si passerebbe ad un sistema di tariffe "indicizzate", ovvero con valori variabili a seconda dell'andamento di mercato; una prospettiva tutt'altro che auspicabile, in quanto sia le famiglie che le aziende hanno necessità di avere certezze sui costi delle bollette, e non prezzi altalenanti. Resta il fatto che la decisione ultima spetta all'Autorithy per l'energia. Le organizzazioni sindacali rivendicano, anche sugli importi delle tariffe, la necessità di un serio e reale confronto, unitamente alle associazioni dei consumatori: si tratta di un tema che ha effetti diretti sul reddito dei cittadini, che non può essere lasciato a decisioni unilaterali.

Al contempo gli annunci fatti dal Governo circa misure di sostegno per i cittadini a basso reddito, sono rimaste parole vuote senza nessuna concretizzazione. I sindacati pertanto rilanciano la richiesta di aprire un tavolo di confronto sulla politica dei redditi, per difendere le condizioni economiche delle famiglie in difficoltà dagli effetti dell’inflazione. Lo sciopero generale vuole portare anche una forte spinta ai rinnovi, con contenuti soddisfacenti, di tutti i contratti scaduti; ad eccezione dei settori industria, artigianato e assicurazioni, tutti gli altri contratti sono da rinnovare, con le rispettive trattative in fase di stallo per la pretesa delle associazioni datoriali di riconoscere aumenti economici fin troppo esigui di fronte al crescente e costante aumento del costo della vita. I lavoratori senza contratto e quelli che lo hanno già si troveranno dunque a manifestare domani fianco a fianco, con un forte spirito di solidarietà. Tutti i contratti devono essere rinnovati, con percentuali in grado di sostenere il potere d'acquisto di salari e stipendi. Dunque CSdL - CDLS - USL rinnovano l'appello alla astensione dal lavoro ed a partecipare alla manifestazione che si concluderà in Piazza della Libertà.

Appuntamento alle 8.00 presso il Multieventi a Serravalle per dare il via al corteo di auto fino a San Marino Città; alle 9.30 raduno dei partecipanti in Piazza Nazioni Unite (inizio via G. Giacomini), a cui seguirà la partenza del corteo fino a Piazza della Liberà.

CSdL CDLS USL

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